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Monti prepara i tagli: “Giù l’Imu subito, Irpef e Irap dal 2014”

Il premier uscente promette meno tasse e più detrazioni su prima casa e figli tra quest’anno e il prossimo.
A cura di Biagio Chiariello
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Imu ridotta fin da subito, giù anche Irpef e Irap daL 2014. E ancora, raddoppio delle detrazione per ciascun figlio e anziano a carico. Sono alcune delle più importanti promesse elettorali in materia fiscale di Mario Monti in vista della politiche del 24 e 25 febbraio. Il Prof le annuncia a Omnibus su La7. Nel dettaglio ha spiegato che per quanto riguarda l'imposta sugli immobili, «la detrazione sarà accresciuta da 200 a 400 euro; per ciascun figlio e anziano a carico sarà invece raddoppiata da 100 a 200 euro, fino a un massimo di 800 euro». Costo stimato? «Due miliardi e mezzo – ha detto il leader di Scelta Civica – la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi». Quindi «Irap ridotta dal 2014. Meno Irpef dal 2014, con l'intenzione di ridurne in maniera significativa il peso da partire dai redditi medio bassi» indicando di voler ridurre «il gettito Irpef di 15,5 miliardi».

Quindi una riflessione sulla situazione economica dell'Italia:

Il Paese reale fa una denuncia reale, ha ragione. Abbiamo dovuto evitare il dissesto dello Stato che si profilava ad un orizzonte che sembrava sempre più vicino e abbiamo dovuto farlo non con una prospettiva di cinque anni, ma di mese in mese. Ogni mese, ora possiamo dirlo, era un incubo vedere quanti miliardi di euro dovevano essere emessi in titoli italiani entro la fine del mese».

E, più concretamente, aggiunge: «Se nel 2013 il Pil va peggio di quanto previsto questo è negativo, ma non porta di per sé la necessità di una manovra. Io la escludo, ma non escludo niente rispetto a certi esiti del voto…».

Sollecitato dall'intervistatore, Monti non manca di far presente il suo pensiero sul caso delle parole di Berlusconi su Mussolini nel Giorno della Memoria: «E' stata una battuta infelice, è stata davvero infelice per il luogo l'occasione in cui è avvenuta». Il Premier uscente, ammette poi di guardare al «popolo» del Pdl, ma non può esserci «un blocco di tipo personale e comportamentale come è l'attuale presidente Silvio Berlusconi». Quindi rincara la dose: «il nostro programma liberale», è un «desiderio per ora frustrato di molti elettori di Berlusconi. Con questo tipo di popolo a me piacerebbe avere a che fare».

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