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Matteo Messina Denaro

“Mi ha detto: ‘Lei lo sa chi sono io. Sono Messina Denaro'”. Parla il carabiniere che ha arrestato il boss

Il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante del primo reparto investigativo del Ros dei carabinieri, racconta gli ultimi istanti prima dell’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro.
A cura di Davide Falcioni
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Colonnello Lucio Arcidiacono, comandante del primo reparto investigativo del Ros dei carabinieri
Colonnello Lucio Arcidiacono, comandante del primo reparto investigativo del Ros dei carabinieri
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"Gli ho chiesto se confermava la sua identità, mi ha risposto: ‘Lei lo sa chi sono io. Sono Matteo Messina Denaro". A parlare, intervistato da Fanpage.it, è il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante del primo reparto investigativo del Ros dei carabinieri, l'uomo che questa mattina ha stretto per primo le manette ai polsi di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra arrestato all'interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove un anno fa era stato operato e da allora stava facendo delle terapie in day hospital.

Il latitante si trovava all'interno della struttura sanitaria per sottoporsi a un ciclo di chemioterapia: "Ha gravi patologie" ha confermato Arcidiacono, spiegando le circostanze che hanno portato alla cattura del super boss. "È stato organizzato un intervento molto complesso, con un dispositivo importante che era stato formato con personale proveniente da diverse articolazioni dell'arma dei carabinieri. C'era una componente più specialistica che era rappresentata da personale del Gis (Gruppo di Intervento Speciale), c'era anche la componente del Ros che ha curato le attività investigative e c'era l'arma territoriale che ha fornito un preziosissimo supporto sia durante le indagini che nella fase esecutiva".

Un lavoro di squadra prezioso iniziato anni fa, ma soprattutto condotto quasi "al buio": "Non avevamo mai visto il latitante, era la prima volta. Ci siamo dovuti organizzare in maniera massiccia per superare questo problema". Gli identikit che circolavano da anni, tuttavia, si sono rivelati preziosi all'individuazione di Messina Denaro.

"L'abbiamo trovato grazie alla maglia di cinturazione che era stata predisposta. Era in una stradina laterale nelle immediate vicinanze della clinica. La stradina viene percorsa per raggiungere un parcheggio che i dipendenti utilizzano per arrivare nella struttura. I militari che si trovavano in quell'area l'hanno riconosciuto, e hanno proceduto immediatamente al fermo suo e del complice. Matteo Messia Denaro non ha capito che eravamo nella struttura, lui era uscito solo un momento. Ha capito che era in corso un intervento quando ha notato la nostra presenza massiccia all'esterno, a quel punto ha provato ad allontanarsi ma era tutto chiuso".

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