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Meglio in carcere che lavorare: la vedova Gucci rifiuta la semilibertà

Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni come mandante dell’assassinio del suo ex marito, ha rifiutato la possibilità di uscire dal carcere per lavorare perché lei non lo ha mai fatto.
A cura di Antonio Palma
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La Signora Reggiani, condannata a 26 anni come mandante dell’assassinio del suo ex marito, ha rifiutato la possibilità di uscire dal carcere la mattina per lavorare perché lei non lo ha mai fatto.

C’è chi non riesce a pensare a nient’altro che al momento in cui potrà lasciare il carcere e chi, invece, preferisce restarci per comodità. Patrizia Reggiani, vedova Gucci, condannata per l’omicidio dell’ex marito avrebbe potuto usufruire della semilibertà, ma ha deciso di rimanere in carcere perché fuori dovrebbe lavorare e lei non lo ha mai fatto.

La signora Reggiani è rinchiusa nel Carcere di San Vittore a Milano dal 1997, condannata a 26 anni come mandante dell’assassinio dell’ex marito Maurizio Gucci, avvenuto nel 1995. Contando tutti gli sconti di pena, l’indulto e altre decurtazioni agli anni di carcere, la signora ha già scontato metà della condanna e, così come tutti, avrebbe potuto fare istanza di semilibertà. In pratica la Reggiani avrebbe avuto un lavoro con il quale uscire dal carcere durante la giornata per poi rientrarvi la sera.

La signora però, ricca e facoltosa, non ha mai lavorato e si ritroverebbe come un pesce fuor d’acqua. Ormai in carcere da tanti anni ha trovato un suo spazio e preferisce rimanervi, come ha rivelato lei stessa ai giudici del Tribunale di Sorveglianza. Tra le mura del Carcere sembra aver trovato il suo equilibrio dopo i primi anni di scoramento per un luogo diametralmente opposto alle sue abitudini. Certo in cella può godere della compagnia di un furetto come animale di compagnia e delle sue amate piantine che coltiva con cura. In fondo come rileva il suo avvocato, Danilo Buongiorno, la signora Reggiani già da tempo ha a disposizione almeno due volte al mese un permesso per andare a trovare la famiglia e l’anziana madre.

La signora abituata a certi comfort del passato sicuramente non avrà tutte gli agi, ma la cella di San Vittore deve essere diventata una sorta di stanza di una casa di riposo per ricche signore che non chiedono più nulla al mondo. Alla Reggiani basta coltivare i suoi hobby, seppur rinchiusa tra quattro mura, invece di sfacchinarsi nel tran tran quotidiano di un lavoro. Poi sarebbe del tutto fuori luogo per una come lei finire a servire clienti di un bar, come ha fatto Wanna Marchi, o fare l’addetta in una palestra.

La signora ha anche problemi di salute, come ricorda il suo avvocato, ha subito nel passato un delicato intervento  al cervello, e forse preferisce non stancarsi troppo in un lavoro che certamente non le darebbe nulla rispetto alle sue esigenze. Le vere signore in fondo si differenziano sempre dalla massa e anche questa volta la vedova Gucci non ha mancato di ribadirlo con i fatti.

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