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Maserati è in crisi: da aprile contratti di solidarietà per 1.500 lavoratori

I contratti verranno applicati a 1.582 dipendenti – su un totale di 1.683 – e dureranno sei mesi.
A cura di Davide Falcioni
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Aria di crisi ed esuberi allo stabilimento Maserati di Grugliasco, in provincia di Torino: a partire dal mese prossimo infatti quasi tutti i dipendenti del sito – che produce le celebri auto di lusso – saranno in contratto di solidarietà. A comunicarlo è stata la direzione dell'azienda alle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie dei lavoratori. Per 1.582 dipendenti – su un totale di 1.683 – i contratti di solidarietà avranno una durata di sei mesi mentre la riduzione media massima dell'orario di lavoro sarà del 59%. L'esubero dichiarato – come ha fatto sapere la Fiom di Torino – è di 933 lavoratori. Il contratto di solidarietà – spiega il sindacato – subentra alla cassa integrazione ordinaria che è ormai utilizzata in maniera strutturale alla Maserati: nel 2017 i giorni di Cig sono stati 62 (su 220 lavorabili) e nel 2018 si è arrivati già a 30 giorni su 63 lavorabili. "La situazione – commentano Federico Bellono segretario generale della Fiom di Torino e Edi Lazzi, responsabile della Maserati per la Fiom – è molto più che allarmante. Dopo la Carrozzeria di Mirafiori adesso tocca anche alla Maserati di Grugliasco avviare l'utilizzo del contratto di solidarietà. Non è certo un buon segno in quanto l'azienda ha la certezza che l'uso degli ammortizzatori non è destinato a cessare".

Bellono e Lazzi aggiungono: "Anche questa volta viene sfumata la promessa della piena occupazione per i lavoratori. Bene abbiamo fatto quindi, come Fiom  a sollevare con le istituzioni locali il problema del gruppo Fca a Torino. Servono immediatamente nuove produzioni di modelli auto sia alla Carrozzeria che alla Maserati". Gli altri sindacati, che hanno sottoscritto l'accordo con l'azienda, sostengono, al contrario, che il provvedimento “consente di attenuare l’impatto economico e sociale sui lavoratori e sulle loro famiglie”. La cassa in solidarietà, secondo Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, “è un traghettamento verso l’appuntamento del prossimo giugno quando si conosceranno i dettagli del piano industriale del gruppo Fca”.

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