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L’imprenditore Marco Zennaro è tornato in Italia: “È finito un incubo”

È tornato in Italia Marco Zennaro, l’imprenditore veneziano trattenuto un anno in Sudan per un’ingiusta accusa che lo ha portato a trascorrere diverse mesi in carcere: “È finito un incubo”.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo un anno Marco Zennaro è tornato a casa. L’imprenditore veneziano dopo essere rimasto bloccato in Sudan e aver trascorso ingiustamente lunghi mesi in carcere per un'accusa mai realmente provata, ha potuto far ritorno in Italia. "Dopo un anno si conclude un incubo: a complicare la situazione il meteo, le tempeste di sabbia… ma ora finalmente sono a casa!", le parole pronunciate dopo essere atterrato nella tarda mattinata di oggi all'aeroporto di Fiumicino. "La libertà in Sudan è un concetto diverso dal nostro – ha aggiunto Zennaro – la gente in Sudan non nasce libera come noi; possono prendere la tua libertà come se nulla fosse, mentre per noi è un valore assoluto che difficilmente viene capito se uno nasce e vive in Sudan".

Marco Zennaro durante la sua detenzione in carcere
Marco Zennaro durante la sua detenzione in carcere

Stanco ma di buon umore, l'imprenditore è stato accompagnato nel lungo viaggio che dal Sudan lo ha riportato in Italia da Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie. Poche parole e qualche abbraccio prima di dirigersi verso lo stadio Olimpico dove ha presenziato alla partita di rugby 6 Nazioni Italia-Scozia, ospite della Fir, di cui è anche tesserato. Poi salirà a bordo del treno che lo porterà alla stazione di Venezia dove ad attenderlo ci saranno gli amici e la famiglia. Tra loro anche il padre che si è battuto dal primo giorno per riportare il figlio a casa e che ha criticato le istituzioni italiane, "che incomprensibilmente non hanno voluto risolvere un palese sequestro di persona a scopo di estorsione: se Marco è uscito lo deve solo ed esclusivamente a se stesso", le sue parole alle quali ha però replicato poco dopo proprio Zennaro junior. "La Farnesina ha fatto quello che poteva, non mi sono sentito abbandonato dalle istituzioni – ha detto l'imprenditore – il contesto sudanese è difficilissimo, peggiorato dal colpo di stato, da una miseria dilagante e da una crisi sociale, politica ed economica che affligge il paese da troppo tempo".

Dopo la scarcerazione avvenuta mesi fa poiché le accuse sono cadute, Marco era in attesa del via libera per poter lasciare il Sudan che è arrivato non molto tempo fa, anche se non mancati degli inconvenienti che ne hanno ritardato la partenza come una tempesta di sabbia che ha investito Khartoum e una bufera di neve che ha invece colpito Istanbul, dove avrebbe dovuto fare scalo. Poi la notizia della partenza confermata qualche giorno fa e l'arrivo questa mattina a Roma comunicato alla famiglia con un messaggio: "Sono in aereo".

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