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Manuela Murgia uccisa 30 anni fa, il genetista Giardina: “Se c’è Dna estraneo sui vestiti, lo troveremo”

A Fanpage.it parla il genetista Emiliano Giardina, consulente della famiglia di Manuela Murgia per gli accertamenti tecnici non ripetibili sui vestiti della 16enne trovata morta nel canyon della necropoli di Tuvixeddu a Cagliari il 5 febbraio del 1995. Il caso è stato riaperto pochi mesi fa e l’ex fidanzato dell’epoca è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio.
Intervista a Prof. Emiliano Giardina
Professore di Genetica medica all'Università Roma di Tor Vergata
A cura di Eleonora Panseri
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Manuela Murgia
Manuela Murgia

"Il tempo trascorso certamente non aiuta, ma il Dna è una molecola stabile, che rimane. Secondo me, dobbiamo tentare. Ho sempre questo approccio: se c'è un dubbio, bisogna toglierselo. Tenteremo di fare quello che possiamo. Abbiamo i vestiti, gli oggetti, e su questi dovremo fare tutte le analisi possibili".

A parlare a Fanpage.it è il genetista Emiliano Giardina. Il professore, uno dei maggiori esperti di genetica forense, è il consulente della famiglia di Manuela Murgia per gli accertamenti tecnici non ripetibili sui vestiti della 16enne trovata morta nel canyon della necropoli di Tuvixeddu a Cagliari il 5 febbraio del 1995.

Nei primi mesi del 2025 il caso è stato riaperto, dopo essere stato archiviato diverse volte come suicidio, e l’ex fidanzato dell’epoca, Enrico Astero, oggi 54enne, è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato.

"Sono molto determinato a utilizzare le migliori tecnologie. Lavoreremo al fianco dei periti che verranno nominati dal tribunale e siamo pronti a dare il nostro contributo", ha spiegato ancora il genetista.

I vestiti della vittima sono stati conservati bene, aveva spiegato sempre a Fanpage.it l'avvocata Giulia Lai che, insieme ai colleghi Bachisio Mele e Maria Marras difende la famiglia Murgia. Fatto confermato anche da Giardina: "Questo è molto importante per noi, sono stati conservati in modo corretto. Quindi, se c'è qualcosa, lo troveremo".

L'ipotesi formulata dal dottor Roberto Demontis, il medico legale che si è occupato della più recente autopsia sul corpo della ragazza, è che Manuela Murgia sia stata prima violentata e poi investita volontariamente. Quindi, già morta, trascinata e gettata nel canyon.

Rispetto a quest'ipotesi Giardina osserva: "Noi cerchiamo tutto, sarebbe un errore fare delle ricerche per comprovare un'ipotesi senza magari tenere conto di elementi che non supportano quella ipotesi ma un'altra che sarebbe comunque importante".

"Dobbiamo lavorare sui reperti alla ricerca di Dna estranei che possano essere utili per ricostruire la dinamica. – aggiunge – Poi che questa sia compatibile con quella ipotizzata o no, non è importante. Per me conta che l'attività di ricerca delle tracce sia fatta al massimo livello possibile".

Secondo Giardina, la consulenza di Demontis è stata "sicuramente determinante" per la riapertura delle indagini. "Ha chiaramente sollevato dei dubbi, supportandoli scientificamente", spiega.

Una nuova svolta importante nel caso potrebbe quindi arrivare dai prossimi esami, dato che oggi abbiamo strumenti tecnologici che fino a 30 anni fa erano impensabili.

"Questo è sicuro – osserva ancora Giardina – e dobbiamo prestare massima attenzione alla fase di ispezione dei reperti, così come all'identificazione dei Dna. Sicuramente 30 anni fa eravamo, in questo senso, in un'altra era geologica. Ora siamo nelle migliori condizioni".

Il genetista azzarda anche un paradosso: "Se li avessero analizzati 30 anni fa, forse non avrebbero trovato niente. Quindi potremmo dire che sia meglio esaminarli soltanto adesso. Ci sono delle attività che migliorano con il tempo, questa è una di quelle".

Nelle scorse settimane gli accertamenti sono slittati perché l'indagato ha richiesto l'incidente probatorio, la data non è stata ancora fissata. Anche dopo l'esame, però le tempistiche saranno abbastanza  lunghe: "Per aver i primi risultati degli esami – conclude l'esperto – dovremo aspettare almeno 90 giorni".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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