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Mamma uccisa, arrestata figlia 17enne. Parla il padre: “Non è un’assassina, la salverò”

L’uomo, un poliziotto, vedovo e con la figlia in carcere, difende la 17enne di Melito Porto Salvo (RC): “Non mi resta che lei, non ci credo che abbia fatto quello che dicono”. La ragazza intanto non risponde agli inquirenti.
A cura di Biagio Chiariello
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A Melito Porto Salvo, nel Reggino, una infermiera di 44 anni sarebbe stata uccisa dalla figlia minorenne con un colpo di pistola alla nuca per averle negato l’uso del cellulare e di internet, visti i brutti voti a scuola della giovane. Ma nonostante le prove a carico della 17enne, la ricostruzione degli inquirenti non convince il marito della vittima e papà della ragazzina: "Non ci credo, mia figlia non può essere un'assassina. Non mi resta che lei, devo salvarla", dichiara l'uomo. A carico della presunta assassina vi è l'esito positivo del guanto di paraffina e un'impronta sull'arma del delitto “Un frammento di impronta non è una prova. E’ possibile che mia figlia abbia toccato la mia pistola, l’abbia presa in mano”: queste le parole dell’uomo riferite dal quotidiano Repubblica. “Non ci credo, mia figlia non può essere un’assassina. Non mi resta che lei, devo salvarla” continua il padre della 17enne.

Nella giornata di ieri la ragazza si è presentata insieme al suo avvocato, Domenica Tripodi, di fronte al Gip del tribunale dei minori di Reggio Calabria. Ha però fatto scena muta davanti agli investigatori. Una scelta dovuta alla “volontà di mantenere la ragazza tranquilla e serena per quando andremo a chiarire la situazione e a dimostrare l’estraneità dai fatti”, spiega il legale e continua “Sui media è stata data un’immagine della giovane che non è quella reale. Non è il mostro che si dipinge”. La giovane, già in custodia cautelare, per disposizione del GIP è stata trasferita in un istituto penitenziario minorile fuori dalla Calabria. È accusata di omicidio premeditato con l’aggravante di motivi futili e abbietti. Secondo le accuse, il 25 maggio scorso avrebbe preso la pistola, che il padre deteneva legalmente, per sparare alla madre mentre riposava. Agli inquirenti avrebbe parlato di un uomo “alto più di due metri” si sarebbe introdotto in casa e avrebbe freddato la genitrice. Versione che sin dal primo momento non ha convinto la procura.

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