“Mamma sono senza telefono”, e le rubano 2000 euro: come funziona la truffa del “finto parente”

Sembrava un messaggio come tanti, uno di quelli che si ricevono ogni giorno, e invece era una truffa ben organizzata. I Carabinieri hanno denunciato così quattro persone, due uomini e due donne, accusate di aver messo a segno un raggiro ai danni di una donna con la truffa del “finto parente”.
La vittima, una donna di 68 anni residente a Piedimonte Etneo, in provincia di Catania, ha ricevuto un messaggio apparentemente inviato dalla figlia. Il tono le sembrava familiare e rassicurante e spiegava che era rimasta senza il suo cellulare e stava usando un telefono che non era il suo. Convinta di parlare con la figlia, la donna ha ricevuto una richiesta di denaro da parte dei truffatori.
La madre, in buona fede e senza sospettare nulla, si è recata nel primo tabacchino per inviare i soldi. Seguendo le istruzioni fornite dai truffatori, ha scansionato un QR code ricevuto via messaggio e ha così effettuato due versamenti, per un totale di quasi 2.000 euro. Solo in seguito, parlando con la vera figlia, ha scoperto il raggiro. Sconvolta, si è recata immediatamente dai carabinieri per sporgere denuncia.
Le indagini sono iniziate subito. Incrociando i dati dei bonifici effettuati verso carte prepagate e conti correnti, i militari sono risaliti all’identità dei truffatori. I quattro sono: un 25enne residente a Noto (Siracusa), una donna di 52 anni di Frattaminore (Napoli), un 30enne napoletano e una 69enne di Manfredonia (Foggia). Tutti i componenti della banda sono stati denunciati per truffa dai carabinieri.
Cos'è la truffa del finto parente e come funziona
La truffa del finto parente è un tipo di truffa ben conosciuta e che si verifica nella maggior parte dei casi ai danni di anziani o di persone sole. I truffatori chiamano la vittima al telefono iniziando la conversazione con frasi del tipo “indovina chi parla” per farsi dire il nome del parente. A volte vengono utilizzati anche dei messaggi per adescare la vittima. Fingendosi il “parente” e conquistata la fiducia della vittima, inizia la seconda fase del raggiro. Il finto parente, racconta che si trova in una situazione difficile e che ha bisogno di aiuto.
La richiesta di aiuto di solito consiste nell’invio di una somma di denaro. Per portare avanti la truffa, il “parente” dice che non sarà in grado di passare a ritirare i soldi e che verrà un amico al suo posto. Un secondo modo di agire è quello di inviare un messaggio con tutte le indicazioni per inviare i soldi, come Qr code o codice iban dove fare il bonifico.
Proprio su questo tipo di truffa, i carabinieri consigliano di non aprire mai la porta a persone sconosciute, anche se si presentano in modo educato o con una scusa convincente e di mantenere sempre un atteggiamento prudente, anche al telefono. Se qualcuno si presenta come un parente e chiede denaro in modo urgente, non bisogna mai agire d’impulso. In tutti i casi è meglio contattare il numero unico di emergenza 112 oppure un familiare di fiducia per accertarsi della verità prima di fare qualsiasi passo.