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L’usura ai tempi del coronavirus, gli imprenditori: “Colpa dello Stato assente”

L’associazione Sos Italia Libera che si occupa della tutela delle vittime di racket denuncia un pericoloso aumento dell’attività degli usurai ai danni di privati e imprenditori in questo periodo di pandemia dopo le chiusure forzate del governo in pieno lockdown. Fanpage.it ha ascoltato la testimonianza di una vittima dell’usura che ha parlato delle difficoltà economiche degli imprenditori e di uno Stato assente: “L’unica cosa che mi preoccupa è che viviamo in un paese dove lo Stato non c’è, io ho paura dello Stato non degli usurai”
A cura di Redazione
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È l'usura uno dei rischi maggiori di questa pandemia dove le difficoltà economiche si fanno sempre più pressanti per gli imprenditori. Lo sa bene l'associazione Sos Italia Libera che denuncia: "La pandemia ha agevolato coloro che fanno prestiti senza pratiche. L'usura è tornata in voga, perché in questi tre mesi di chiusura totale chi aveva bisogno di cifre importanti si è rivolto agli usurai". Intervistato da Fanpage.it, Roberto Malvolti, dell'associazione che aiuta tutte le vittime del racket, spiega che chi ha avuto bisogno di contanti in questo periodo, spesso di cifre importanti, si è rivolto agli usurai.

Era meglio che fallivo e che i miei figli non mangiassero?

Lo sa bene Stefano Maioli, una delle vittime di usura che in questi mesi si è ritrovato per l'ennesima volta a dover chiedere un aiuto economico alle organizzazioni criminali: "I cantieri che erano in prospettiva di aprire sono saltati tutti – spiega – avevo contratti firmati da centinaia di migliaia di euro. Non puoi permetterti di non pagare dipendenti che sono da te da anni e hanno contratti a tempo indeterminato". Gli interessi, spiega l'imprenditore sono spesso del 250 per cento e gli usurai sanno bene a chi rivolgersi perché sanno chi ha bisogno e di cosa ha bisogno: "Reggio Emilia per quanto riguarda l'usura è una delle città strutturate meglio – spiega l'uomo – molti imprenditori privati ricorrono agli usurai in determinati momenti e lo sanno tutti. Anch'io l'ho fatto, forse sbagliando. Cos'era meglio? Che io fallivo? Che litigavo con i miei operai? Che loro non mangiassero? Che i miei figli non mangiassero? O che io andassi dall'usuraio?".

Non esiste l'usura senza la banca

"L'usuraio ti dà i contanti e le garanzie che gli dai sono sempre assegni. Il pagamento del prestito all'usuraio avviene tramite un titolo tracciabile – spiega l'imprenditore a Fanpage.it – come si fanno a muovere tanti soldi senza la compiacenza dell'istituto bancario?". La domanda di Stefano Maiolo è rivolta direttamente allo Stato che reputa assente e dal quale vorrebbe risposte concrete: "L'unica cosa che mi preoccupa è che viviamo in un paese dove lo Stato non c'è, io ho paura dello Stato non degli usurai".

(Interviste a cura di Davide Arcuri e Carla Falzone) 

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