Lupara bianca a Enna, chi sono i ‘macellai’ che hanno dato un uomo in pasto ai maiali

Maurizio Giuseppe Nicosia, il ‘macellaio' che ha ucciso Giuseppe Bruno e ha dato il suo corpo in pasto ai maiali, fu intervistato dagli inviati del programma ‘Chi l'ha visto?‘. Ai giornalisti disse: "Non so niente, lasciatemi in pace". E del debito che aveva con il tabaccaio di Villarosa disse che ne avrebbe parlato con la Polizia. Era il 2004 e Bruno era appena scomparso: la sua auto sinistramente vuota era stata trovata parcheggiata vicino allo svincolo di Mulinello sull'autostrada A 19. La sua famiglia aveva dovuto far fronte al fallimento della tabaccheria che gestiva, rinnovando intanto le ricerche e gli appelli per ritrovare Giuseppe, ma di quel debito Nicosia non aveva voluto parlare neanche con la polizia.

Le indagini
Le indagini si orientano ben presto verso l'ipotesi di omicidio, del 52enne, però, non sembravano essere rimaste tracce e il sospetto degli inquirenti era che Bruno potesse essere rimasto vittima di un caso di lupara bianca. Una pratica ancora diffusa in alcune aree dalla Sicilia dove la presenza della mafia è ancora radicata e che consiste nella distruzione di un corpo dopo l'assassinio. L'inchiesta brancola nel buio fino a quando la DDA di Caltanissetta non raccoglie, nell'ambito di un'altra inchiesta, le dichiarazioni di collaboratore di giustizia ex affiliato alla mafia locale. Bruno – rivela il pentito – è stato ucciso dai fratelli Nicosia.
Il clan
Nella provincia di Caltanissetta il clan Nicosia gestisce il traffico di droga, ma non solo: tiene sotto scacco il territorio con omicidi, aggressioni e spedizioni punitive. Lo stesso clan ha anche favorito la latitanza del boss di Gela Daniele Emmanuello, ucciso dalla polizia il 3 dicembre del 2007 mentre tentava di fuggire da una casa di campagna in cui si era rifugiato. Il racconto che il pentito rende alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta è agghiacciante: Bruno è stato ucciso macellato con una motosega e poi dato in pasto ai maiali. Altri pezzi sezionati del suo corpo sono stati bruciati in un fusto di metallo.
Il movente
Bruno sarebbe andato dai fratelli Damiano, Maurizio e Amedeo Nicosia per riscuotere un credito. Con loro c'era anche il cugino Michele Nicosia, affiliato al loro gruppo criminale. Invece di riscuotere il credito la famiglia si avventa contro il tabaccaio e lo assassina, poi si disfa del corpo sezionandolo e distruggendone le parti. "Speravamo almeno di poter riavere il corpo", ha commentato la vedova.