223 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lui cambia sesso ma vuole restare sposato. La Consulta: unione valida

Il caso di una coppia che, dopo che il marito ha cambiato sesso, si è vista imporre il divorzio dal Tribunale di Bologna. La Consulta: l’unione è valida.
A cura di Susanna Picone
223 CONDIVISIONI
Immagine

Update 11 Giugno: La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che annullava le nozze qualora uno dei due coniugi avesse cambiato sesso: "Chi cambia sesso deve poter mantenere, nel caso in cui entrambi i coniugi lo richiedano, un rapporto di coppia giuridicamente regolato con un'altra forma di convivenza registrata che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima con le modalità da statuirsi dal legislatore". Di fatto la legge 164 del 1982, relativa alla rettificazione di attribuzione di sesso, è stata dichiarata incostituzionale. Nella sentenza, poi, la Corte ha invitato il legislatore a provvedere in merito a unioni civili e pacs al fine di trovare una soluzione per regolare ogni forma di convivenza al di fuori del matrimonio.

Lui ha deciso di cambiare sesso dopo aver sposato una donna ma nonostante questo non ha voluto sciogliere il suo matrimonio con lei. E per questo, insieme a sua moglie, ha lottato contro il divorzio che di fatto viene imposto dalla legge in questi casi. Dopo lo scioglimento del matrimonio da parte del Tribunale di Bologna sia in primo grado che in appello la coppia è uscita sconfitta, poi la Cassazione ha rinviato tutto alla Consulta. Sarà dunque la Corte Costituzionale a pronunciarsi domani sul caso di questa coppia, a stabilire dunque se sia legittima la cessazione degli effetti civili del matrimonio nel caso in cui uno tra marito e moglie decide di cambiare sesso. Se la Consulta dovesse dare ragione alla coppia sarebbe sicuramente un passo importate per il riconoscimento sul piano giuridico delle unioni omosessuali.

Secondo la Corte di Cassazione, con l’annullamento del matrimonio da parte dell'ufficiale di stato civile a seguito della sentenza che ha certificato il cambio di sesso, si è determinato un “vulnus” che agisce a più livelli: “Viene violato il diritto di autodeterminazione nelle scelte sull'identità personale; si determina una cancellazione imperativa di una relazione affettiva stabile e continuativa dotata di rilievo costituzionale”. Inoltre secondo la Corte “si sopprime la volontà individuale di esercitare il diritto personalissimo allo scioglimento del matrimonio; si viola il diritto alla vita familiare coniugale; si limita in maniera sostanziale il diritto all'identità di genere e si lede il diritto dell'altro coniuge di scegliere se continuare la relazione coniugale”. Un quadro che contrasta con gli articoli 2, 3, 10, 24, 29 e 117 della Costituzione. Il giudice costituzionale relatore della causa è Mario Morelli. Hanno chiesto di costituirsi alcune associazioni che tutela i diritti dei gay, rappresentati dall’avvocato Giovanni Genova.

223 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views