Lorenzo Parelli, studente morto durante uno stage: “Incidente causato da assenza controlli e formazione”

Se fossero state rispettate tutte le norme previste per la sicurezza degli studenti in stage, Lorenzo Parelli sarebbe ancora vivo. È questo, in estrema sintesi, il verdetto che emerge dalle motivazioni con cui il Gup di Udine ha condannato per omicidio colposo due dipendenti della Burimec di Lauzacco: Emanuele De Cillia, tutor dello studente, e Claudio Morandini, l’operaio che lavorava con lui nel momento dell’incidente. Le pene inflitte, con rito abbreviato, sono rispettivamente di 2 anni e 4 mesi e 3 anni di reclusione.
La sentenza si riferisce alla tragedia avvenuta il 21 gennaio 2022: quel giorno, ultimo giorno di stage per Lorenzo, nulla andò come previsto. Secondo quanto stabilito nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), lo studente non avrebbe dovuto partecipare attivamente alle lavorazioni, ma limitarsi a osservare, sempre sotto la stretta sorveglianza di un tutor. Invece, quella mattina, si trovò da solo ad allentare i bulloni di un pesante telaio metallico, operazione pericolosa per la quale non era stato né formato né autorizzato. E che, come mostrano le immagini delle telecamere interne, eseguì senza supervisione.
Nella sentenza si precisa che Parelli era "privo di qualsivoglia formazione circa i rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro nello specifico ambito in cui stava operando" e che l'operazione in cui era impegnato "non rientrava affatto tra quelle che era deputato e autorizzato a svolgere".
Stando alla ricostruzione dei periti, sarebbe bastato che anche solo uno dei sedici bulloni fosse rimasto al suo posto per evitare il ribaltamento del macchinario. Ma così non fu. Una volta rimossi i bulloni, Lorenzo tentò di issarsi sul basamento per agganciare i golfari destinati all’imbracatura. Il suo peso sbilanciò la struttura, che gli crollò addosso, uccidendolo sul colpo. In quel momento, l’operaio Morandini si trovava nei pressi di un altro macchinario, con l’imbragatura in mano, ma non intervenne.
Nelle motivazioni della sentenza, il giudice sottolinea le gravi responsabilità di entrambi gli imputati. De Cillia, risultato assente nei giorni precedenti per positività al Covid, avrebbe dovuto predisporre un sostituto o sospendere lo stage di Lorenzo. Morandini, da parte sua, in quanto operaio esperto, non avrebbe dovuto permettere al giovane di eseguire operazioni pericolose.
I due condannati hanno presentato ricorso. Ieri i legali – Rossana De Agostini per De Cillia e Daniele Pezzetta per Morandini – hanno depositato l’impugnazione alla Corte d’Appello di Trieste.
Nel frattempo, il terzo imputato nel procedimento, il legale rappresentante della Burimec Pieto Schneider, ha definito la propria posizione con un patteggiamento: 3 anni di reclusione e una sanzione di 23 mila euro per l’azienda. Il suo difensore, l’avvocato Stefano Buonocore, ha annunciato che presenterà richiesta per l’affidamento in prova ai servizi sociali.