“Lo fanno tutti, non dirlo ai tuoi genitori”: 12enne violentata dal cugino, tenta suicidio. 26enne a processo

Aveva appena dodici anni quando, secondo l’accusa, il cugino iniziò ad abusare di lei. Oggi quel ragazzo, ora ventiseienne, è sotto processo al Tribunale di Imperia con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni della minorenne. Il procedimento, aperto martedì 7 ottobre davanti al collegio composto da Carlo Alberto Indellicati, Francesca Eleonora Chiara Di Naro e Antonio Romano, proseguirà il 25 novembre con l’audizione dei primi testimoni.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli abusi si sarebbero verificati nell’estremo Ponente ligure e si sarebbero protratti per anni, tra palpeggiamenti e rapporti sessuali forzati. La vittima, più volte, avrebbe espresso dissenso, ma il cugino avrebbe continuato a costringerla, approfittando della differenza d’età e della sua fragilità. "Lo fanno tutti, ma non dirlo ai tuoi genitori", le avrebbe detto, per manipolarla e tenerla nel silenzio. Col passare del tempo, la ragazza ha iniziato a manifestare segni di grave disagio, chiudendosi in se stessa fino a tentare il suicidio. Solo in seguito, ascoltata dai genitori e dagli inquirenti in audizione protetta, ha trovato il coraggio di raccontare quanto accaduto.
Dopo le indagini, il ventiseienne è stato rinviato a giudizio. La vittima, oggi maggiorenne, si è costituita parte civile tramite l’avvocato Mario Taddei del foro di Imperia. "Non vuole vendetta — ha spiegato il legale — ma giustizia per ciò che ha vissuto".
Il caso evidenzia la complessità e delicatezza dei procedimenti per abusi sessuali in ambito familiare, dove il silenzio delle vittime può durare anni. La giovane donna ha deciso di affrontare la battaglia legale non solo per sé, ma per dare voce a chi, come lei, ha subito violenze nel contesto domestico.
La prossima udienza sarà decisiva: i testimoni potrebbero chiarire con maggiore precisione la sequenza degli abusi e il contesto in cui sono avvenuti. La storia della ragazza, segnata dalla violenza ma determinata a cercare giustizia, rappresenta un monito sull’importanza di ascoltare e tutelare i minori e di garantire una risposta giudiziaria rigorosa e umana.