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‘Lista stupri’ nei bagni di un istituto tecnico a Modena: “Serve educazione sessuo-affettiva nelle scuole”

Dopo quelle comparse a Roma, Lucca e in altre città italiane, una nuova ‘lista stupri’ è stata trovata nei bagni di un istituto tecnico a Modena, il Fermi. Un elenco di nomi di studentesse associati a violenza sessuale. La Cgil: “Fatto gravissimo”.
A cura di Eleonora Panseri
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Dopo quelle comparse sui muri delle scuole a Roma, Lucca e in altre città italiane, è stata segnalata una nuova ‘lista stupri' nei bagni di un istituto tecnico. L'elenco è stato trovato a Modena, al Fermi. Uno o più studenti della scuola superiore hanno scritto i nomi di alcune studentesse associandoli a violenza sessuale.

A riportare l'accaduto sono i quotidiani locali. Un episodio, viene specificato, che risalirebbe a circa una settimana fa. All'interno dell'istituto i docenti avrebbero affrontato l'argomento in classe, con gli studenti, per evidenziare la gravità dell'accaduto, a seguito della decisione di avviare internamente al Fermi una campagna di sensibilizzazione.

La lista sarebbe emersa dopo che un rappresentante d'istituto ha ricevuto la segnalazione di alcuni studenti. Non è chiaro se siano già stati individuati o meno i responsabili.

"Quanto accaduto all’istituto tecnico Fermi di Modena è un fatto gravissimo", ha scritto in una nota Eleonora Verde, segretaria del sindacato scuola Flc Cgil Modena.

"Questo episodio dimostra quanto sia importante lavorare sull’educazione affettiva a scuola e sulle relazioni sane. Questo episodio mette in luce ancor di più quanto il Ddl Valditara sia sbagliato", ha aggiunto.

"Limitare la progettualità sessuo-affettiva prevedendo di poterla attivare solo previo consenso informato delle famiglie non può far altro che far proliferare situazioni del genere. – prosegue la nota – Arrivare poi a vietarla alla scuola d’infanzia e primaria significa negare agli studenti la possibilità di costruire percorsi completi volti alla consapevolezza".

"La scuola non può rimanere ai margini su temi del genere e non può essere limitata nel suo agire. La didattica è di competenza delle istituzioni scolastiche. – conclude – C’è bisogno di investire su progettualità che mettano il focus sull’educazione sessuo-affettiva, facilitando le istituzioni nella loro realizzazione e supportandole con fondi specifici".

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