L’incendio, le minacce social e la vendetta: imprenditore fermato per la morte di Claudio Manca in Sardegna

Una svolta importante nell'inchiesta sulla morte di Claudio Manca, il 49enne di Terralba trovato senza vita venerdì 26 settembre in una cunetta della circonvallazione verso San Nicolò d'Arcidano. Martedì 30 settembre i carabinieri hanno fermato Battista Manis, imprenditore 52enne del paese, proprietario di diverse tabaccherie a Terralba e in altri centri dell'Oristanese.
L'uomo, che ha nominato come difensore l'avvocato milanese Ivano Chiesa – noto per aver assistito anche Fabrizio Corona – è sospettato dell'omicidio di Manca. L'ipotesi investigativa sta cambiando progressivamente: si passa dall'omicidio stradale e omissione di soccorso contestati inizialmente dal sostituto procuratore Marco De Crescenzo a una possibile accusa di omicidio volontario.
La svolta investigativa è legata a una vicenda precedente: l'incendio della villa di Manis, avvenuto il 21 settembre scorso. Nei giorni successivi al rogo, l'imprenditore aveva diffuso sui social alcuni video in cui denunciava l'accaduto, accusando qualcuno di essere stato pagato per appiccare il fuoco. Nei filmati Manis avrebbe indicato il presunto responsabile con un soprannome riconducibile a Claudio Manca. Proprio questi video potrebbero aver motivato il fermo del 52enne. Secondo gli investigatori, nei giorni precedenti alla morte il 49enne aveva ricevuto minacce sui social proprio per un suo presunto coinvolgimento nell'incendio dell'abitazione dell'imprenditore.
Claudio Manca è morto dopo essere stato investito da un'auto mentre percorreva in bicicletta la circonvallazione di Terralba, nel tardo pomeriggio o nella serata di giovedì 26 settembre. Il corpo è stato ritrovato soltanto l'indomani mattina, abbandonato insieme alla bicicletta in un canale.