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L’immunologa Antonella Viola salva famiglia senza casa: “Io in silenzio, la Cgil si è presa il merito”

L’immunologa Antonella Viola e suo marito hanno dapprima ospitato in casa una famiglia tunisina senza tetto, poi hanno affittato loro a prezzo calmierato un appartamento. Avevano deciso di non raccontare nulla, ma quando la Cgil si è presa il merito sono dovuti uscire allo scoperto.
A cura di Davide Falcioni
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Gino Bartali, che durante il regime fascista aiutò centinaia di famiglie di ebrei nascondendo documenti nella canna della sua bicicletta, e che per questo è stato insignito del titolo di "Giusto tra le Nazioni", rispondeva a chi gli chiedeva perché avesse atteso decenni per raccontare quella storia che "il bene si fa, ma non si dice", e che "certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca". E chissà se si sono ispirati al leggendario campione di ciclismo fiorentino l'immunologa Antonella Viola e suo marito, che a lungo hanno tenuto segreto un bel gesto di solidarietà ospitando in casa una famiglia tunisina costretta a vivere in macchina perché nessuno a Padova offriva loro un contratto di locazione.

Per settimane della vicenda non si era saputo niente. Tuttavia due giorni fa la scienziata è dovuta uscire allo scoperto, perché di quel gesto di generosità – pare per un equivoco nella comunicazione – si erano presi il merito sindacato Fillea Cgil, la Caritas e gli Avvocati di strada. In verità era stata proprio Antonella Viola ad ospitare nella sua casa la famiglia, arrivando poi ad acquistare una palazzina con giardino e ad affittargliela a un prezzo calmierato.

Solo dopo avere letto un articolo i protagonisti della storia si sono sentiti in dovere di uscire dall’anonimato per denunciare la falsità della rivendicazione da parte del sindacato: "Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata, ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità", ha scritto su Facebook Antonella Viola, svelando il proprio ruolo nella vicenda. "Leggo su un articolo: ‘Haddad e Asma hanno due bambini piccoli. Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, è riuscita a trovare una soluzione’. Bellissimo, peccato che sia tutto falso", denuncia Viola.

L'immunologa ha quindi ricostruito la vicenda nei dettagli. "Io e mio marito abbiamo tolto dalla strada la famiglia di Asma, portandoli dapprima in casa nostra, dove abbiamo convissuto per un mese, e poi comprando un appartamento che andasse bene per le loro esigenze per poterlo affittare ad un prezzo onesto – racconta –. Non ho mai visto la Cgil, né la Caritas né alcuna altra associazione. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche. La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto. Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti".

La Cgil si è poi scusata con Viola, addebitando ad un errore di comunicazione l'articolo pubblicato, nel quale si voleva dar conto del fatto che anche la Fillea Cgil si era interessata alla vicenda.

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