Sequestrati altri coltelli al marito di Liliana Resinovich. Lui si difende: “Niente a che fare con l’omicidio”

Oltre a quelli sequestrati di recente in casa di Sebastiano Visintin, l'uomo indagato per la scomparsa e la morte della moglie Liliana Resinovich avvenuta nel 2021, la Procura avrebbe prelevato altri coltelli durante una seconda fase di indagini. Sono tre le lame all'attenzione delle autorità, secondo quanto scrive il quotidiano Il Piccolo, e si tratterebbe di coltelli regalati oltre due anni fa da Visintin a un suo conoscente in Toscana.
Quest'ultimo sarebbe un professionista che, una volta appresa la notizia del sequestro di un ingente numero di coltelli e forbici in casa di Sebastiano durante la perquisizione dello scorso 8 aprile, si è presentato in Procura per rendere noto di aver ricevuto in regalo due anni fa le altre tre lame. L'uomo è stato convocato negli uffici della Squadra Mobile e ha risposto ad alcune domande sul suo rapporto con il marito di Resinovich. Le autorità hanno poi tenuto i coltelli per ulteriori accertamenti.
Sul corpo della 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 non sono state rinvenute ferite da arma da taglio. Le analisi sui coltelli, secondo quanto si apprende in una prima fase dell'inchiesta, sarebbero legate al taglio del cordino dei due sacchi della spazzatura nei quali era avvolto il cadavere della donna.
Nel frattempo si attende anche la decisione sulla richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali di Visintin in merito ai nuovi accertamenti peritali da svolgere sul corpo di Resinovich. Secondo la Procura di Trieste, la 63enne sarebbe stata uccisa dal marito e il documento è stato anticipato dal quotidiano Il Piccolo. La magistratura triestina ha ricostruito in modo dettagliato quella che ritiene essere la dinamica del delitto: secondo l'accusa, Lilly sarebbe stata aggredita nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di via Weiss, a Trieste. Dopo averla colpita con percosse e graffi, il cadavere sarebbe stato abbandonato dal marito lì dove poi è stato trovato.
Su queste basi a giorni la gip Flavia Mangiante dovrà decidere sull'assunzione con incidente probatorio della testimonianza di Claudio Sterpin, l'amico di Liliana che più volte ha pubblicamente accusato il marito della 63enne di "sapere cosa le sia accaduto".
"Io non ho niente a che fare con la morte di mia moglie – ha dichiarato Visintin ai microfoni di Tele4 -. Non mi sento già condannato, vivo alla giornata, non penso a ieri e non penso a domani. Se ci sarà il processo io sono qua, a disposizione. Vivo un dramma da tre anni e mezzo e non lo auguro a nessuno, però, come dicevo sempre anche a Liliana, la vita è bella"