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Licenziata dalla banca per aver girato porno: “I colleghi i primi a guardare i miei video”

Benedetta D’Anna, 40enne, in arte Benny Green ha girato un film a luci rosse dal titolo ‘La bancaria di Siracusa’: “Sono stata discriminata, il mio un hobby fuori dagli orari di lavoro”
A cura di Biagio Chiariello
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"Le richieste ai miei video arrivavano anche dai miei colleghi di banca". Così Benedetta D’Anna, in arte Benny Green, licenziata dalla banca per cui lavorava da 17 anni per via della sua passione per il porno. "Ero una bancaria, facevo questo mestiere da 17 anni un po’ per volontà della famiglia, un po’ per cultura, è stato un percorso quasi obbligato. Poi ad un certo punto ho cominciato a tirare fuori la mia vena artistica ma non durante gli orari di lavoro". ha raccontato la 40enne, piemontese di nascita ma siracusana d’adozione, a "Controcorrente". A novembre la D'Anna era stata prima raggiunta da una lettera di ammonimento, e poco dopo da una di licenziamento. Il motivo del suo allontanamento, secondo il suo parere, sarebbe da ricondurre al suo hobby.

Rimasta disoccupata, la donna ha anche deciso di girare un film a luci rosse, il cui titolo è comunque in tema con la sua vita lavorativa: ‘La bancaria di Siracusa'. "Sono una mamma single – racconta D’Anna – e devo ammettere si è palesata l’esigenza di aumentare il guadagno: con il Covid il mio business ha avuto un exploit e in banca sembravano prendere coscienza di questa mia attività diventando anche fruitori in prima persona della mia piattaforma".

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Ad un certo punto però la ex bancaria avrebbe avvertito tensione nel luogo di lavoro: "A causa di un intervento mi sono dovuta assentare per malattia. Nel momento in cui dovevo rientrare c’erano diversi ostacoli: non riuscivo a prolungare la malattia, ho chiesto un’aspettativa per motivi personali ed è stata ostacolata".

La banca le contesta “l’assenza ingiustificata dal servizio omettendo di avvertire dell'assenza; lo svolgimento di attività lavorativa extrabancaria durante l'assenza del servizio motivata da stato di malattia, alla visita fiscale domiciliare e lo svolgimento di attività professionale in violazione al contratto nazionale del lavoro”. Ma la 40enne sostiene di aver svolto sempre il suo lavoro l'attività online all'infuori delle ore lavorative. “Per me è stato un abuso da parte loro. Sono una donna che intende sfidare i falsi moralismi. Ma nei giorni scorsi mi è arrivata la comunicazione del licenziamento dove si evidenzia l'inadeguatezza e la mancanza di rapporto fiduciario per il mio comportamento immorale”. Ed ora è pronto il ricorso per mobbing.

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