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“Lei è morto da 6 anni, restituisca la pensione”, Inps chiede 72mila euro al pensionato

Incredibile vicenda per un pensionato barese di 79 anni. Anche l’Asl gli ha rifiutato esami e medicine perché era ufficialmente morto.
A cura di A. P.
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Da una lettera dell'Inps scopre di essere morto da ben sei anni e per questo l'istituto di previdenza sociale gli ha bloccato la pensione chiedendo al contempo la restituzione di oltre 72mila euro percepiti indebitamente, ma lui è vivo e vegeto. È l'incredibile vicenda di Francesco Giuzio, pensionato barese di 79 anni, che da un giorno all'altro si è ritrovato in un incubo burocratico. Come racconta Il Corriere del Mezzogiorno, l'uomo ha appreso che per lo Stato italiano era morto nel 2008 solo quando il direttore della sua banca lo ha telefonato annunciandogli  che l'Inps aveva sospeso il versamento della pensione sul suo conto corrente chiedendo anche la restituzione di ben sei anni di pensione. Non solo, recatosi all'Asl di appartenenza ha scoperto che nessun medico poteva visitarlo o prescrivergli esami e medicine perché era ufficialmente morto. A questo punto Giuzio ha deciso di approfondire la questione recandosi all’ufficio anagrafe del Comune di Bari da dove, in data 31 gennaio 2014, sono partite le lettere indirizzate all’Inps e alla Asl.

La burocrazia al lavoro – In sostanza negli uffici del Comune, per motivi ancora da accertare, improvvisamente e sei anni dopo il presunto decesso, si sarebbero accorti che lui era morto. Accertato l'equivoco, all'uomo è stato consegnato un certificato di esistenza in vita che ha dovuto esibire ad Inps e Asl per accertare che era ancora vivo. "Mi è stato garantito che avrebbero sistemato tutto il prima possibile, ma fino a ieri mattina le pensioni non mi sono state ancora accreditate" ha affermato sconsolato l'uomo al giornale.

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