Legata alla catena fin dalla nascita, la gattina Nina muore dopo 10 anni di torture
Legata a una catena fin dalla nascita e tenuta in condizioni così terribili per anni tanto che il suo fisico non è riuscito a reggere ulteriori sforzi ed è morta appena è stata liberata. È la straziante storia della gattina Nina, un piccolo felino trovato in condizioni pietose nei giorni scorsi dalle guardie zoofile dell’OIPA di Pordenone chiamate a intervenire a seguito di una segnalazione anonima. La gattina era stata rinvenuta a inizio settimana a Porcia, in provincia di Pordenone. Quando le guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali son arrivate sul posto, era ancora uno scatolone sudicio legata al solo con una catena che le impediva anche i movimenti più basilari. Una condizione e che andava avanti da anni come avrebbe ammesso lo stesso proprietario giustificandosi col fatto di volerle impedire la fuga.
Le guardie l’avevano liberata da quell’orrore ma, dopo un esame veterinario in clinica, per lei erano emersi problemi di salute molto gravi che infine sabato scorso l’hanno portata al decesso. Per lei troppo gravi si sono rivelati i problemi all’intestino di cui soffriva probabilmente da tempo. I volontari dell’Oipa le avevano anche trovato una nuova casa e una nuova famiglia per l’affido ma purtroppo Nina non l’ha mai vista.
Per il proprietario è scattata una denuncia alla Procura della Repubblica di Pordenone per maltrattamento di animali e una sanzione amministrativamente per la detenzione di un cane senza microchip. L’uomo ha dichiarato di tenere la gatta alla catena sin da cucciola per evitare che uscisse dalla casa e morisse sotto una macchina, com’era accaduto ad altri suoi gatti. “Vedere un gatto emaciato e sofferente dopo una vita passata legata alla catena toglie il respiro. Il povero animale, di circa dieci anni, era adagiato su uno straccio sporco dentro un vecchio cartone logoro, posto in bilico sopra una cuccia in mezzo ad altri oggetti” ha raccontato Maria Laura D’Amore, coordinatrice nucleo delle guardie zoofile dell’Oipa di Pordenone e provincia, aggiungendo: “Nina giaceva raggomitolata su se stessa in stato di abbandono, non rispondeva agli stimoli esterni, disorientata, il pelo arruffato, pieno di nodi. Aveva gli arti doloranti e difficoltà a reggersi in piedi. Questo gli rendeva difficile anche raggiungere la ciotola dell’acqua a terra”.