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Covid 19

Le mail con le segnalazioni dei pazienti covid non arrivavano perché la casella postale era piena

Molte e-mail inviate nelle settimane scorso dai medici di famiglia del Piemonte o di Torino ai Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) allo scopo di segnalare pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus non sono mai state neppure lette perché la casella di archiviazione della posta era piena.
A cura di Davide Falcioni
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Molte e-mail inviate nelle settimane scorso dai medici di famiglia del Piemonte o di Torino ai Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) allo scopo di segnalare pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus non sono mai state neppure lette perché la casella di archiviazione della posta era piena. Ha dell'incredibile quello che è accaduto in Piemonte nel pieno dell'emergenza sanitaria, e a confermare i "problemi tecnici" il dottor Roberto Testi, presidente del Comitato Scientifico che affianca l’Unità di Crisi della Regione. Lo stimato medico legale ammette: "Quando me lo chiedono – racconta Testi allo Spiffero – dico che il bagnino non ha fermato lo tsunami. Eravamo totalmente impreparati ad affrontare questa situazione”.

Tra le cose che non hanno funzionato c'è stato il sistema di comunicazine tra medici di famiglia e il Sisp. I primi avevano il compito di segnalare via mail i pazienti con sintomi sospetti di covid-19, mentre i secondi dovevano poi organizzare la più efficiente risposta possibile: “Per quanto riguarda i primi cento casi – spiega Testi, intervistato da Lo Spiffero – ho la certezza che siano stati gestiti perfettamente, anche attraverso un lavoro di contact tracing per risalire ai rapporti recenti dei contagiati”. Dopo un po' però il sistema è letteralmente andato in tilt e a un numero ancora imprecisato di segnalazioni non è stata fornita alcuna risposta. "Nei primi giorni, la casella si è riempita perché aveva una capienza insufficiente ed è possibile che qualche messaggio si sia perso, ma confido anche che chi si è visto rifiutare il messaggio si sia rifatto vivo". E ancora: "Il Sisp della mia Asl aveva un medico e due infermieri a gestire le centinaia di mail che i medici di base inviavano ogni giorno”.

Le segnalazioni via e-mail hanno quindi cominciato ad accumularsi: “Ci siamo accorti che le mail non lette il giorno prima venivano cancellate dal sistema il giorno successivo” aggiunge Testi, spiegando che in ogni e-mail c’erano dati anagrafici di un eventuale paziente, i suoi sintomi e i contatti, dati su cui il Sisp avrebbe dovuto eventualmente ordinare il tampone, sentire il paziente e ordinare l’isolamento. Le inefficienze si sono verificate proprio nel periodo di massima diffusione del virus, mentre adesso la situazione è migliorata: "Finalmente vediamo la luce. A processare le richieste adesso ci sono otto tra medici e infermieri, non più tre. Nella sola Torino abbiamo in carico più di 4mila persone”.

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