“Le hanno rubato in casa, serve ispezione”, finti carabinieri si fanno aprire e rubano un milione di euro

Identificandosi come carabinieri e con la scusa di un grosso furto in casa appena avvenuto, si sono fatti aprire la porta dell'abitazione dalla stessa ignara proprietaria riuscendo così a portare via oro e monili di grosso valore per un ammontare di circa un milione di euro. Protagonisti del furto milionario con raggiro un 40enne e un 31enne, entrambi ora arrestati dalla polizia di Bologna anche grazie ad alcuni video delle telecamere di sorveglianza che hanno immortalato tutto.
I due indagati sono stati arrestati lunedì scorso dagli agenti della squadra mobile di Bologna in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della locale procura della Repubblica.
I fatti contestati ai due arrestati risalgono al maggio scorso quando si erano presentati davanti al cancello della vittima, un'anziana signora, attendendo il suo rientro. I due, uno dei quali con una casacca con la scritta carabinieri, le hanno riferito di dover effettuare un controllo a seguito di un furto che era avvenuto nell'abitazione poco prima.
Intimorita dal racconto è convinta anche dalla casacca che indossavano, la donna ha aperto loro la porta permettendogli di girare per casa in quelli che dovevano essere dei controlli. Davanti a loro ha anche aperto un caveau dove deteneva i gioielli di famiglia. Quando i due ad un certo punto si sono allontanati repentinamente, la donna ha sospettato ed è andata a controllare scoprendo che avevano svaligiato tutto il caveau. A questo punto alla vittima non è rimasto che contattare le vere forze dell'ordine per denunciare il tutto.
Gli investigatori della squadra mobile si sono subito attivati mettendosi sulle tracce dei due falsi carabinieri. Dopo aver raccolto le testimonianze della vittima ed esaminato i video delle telecamere di sorveglianza della casa e della zona, hanno individuato il mezzo con cui erano arrivati e poi scappati. A questo punto hanno ricostruito il tragitto della moto verificando i transiti telematici dei varchi e arrivando infine ad un'area di sosta dove c'erano due camper di grosse dimensioni parcheggiati.
I due caravan erano utilizzati da due famiglie piemontesi. Comparando le immagini dei capi famiglia, già noti alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio, gli investigatori hanno trovato una corrispondenza con gli autori del reato ripresi nel video.
Attraverso vari appostamenti, gli inquirenti infine hanno ricostruito il modus operandi dei due. A bordo di grossi Motorhome, al cui interno era possibile trasportare le motociclette che venivano utilizzate per la ricerca delle vittime, giravano il nord Italia. Le moto venivano parcheggiate distanti dai camper al fine di impedirne l’associazione. Solo quando si trattava di lasciare il territorio, i mezzi venivano messi all’interno del caravan per il successivo spostamento.
Per poter arrestare entrambi in contemporanea ed evitare una fuga, la polizia ha dovuto trovare il momento giusto. Dopo diversi giorni di appostamento, i due sono stati individuati in provincia di Rimini sempre a bordo dei loro caravan. Durante la perquisizione domiciliare e personale, i poliziotti hanno rinvenuto anche oggetti utilizzati per lo scasso, indumenti riconducibili al furto e denaro in contante oltre a preziosi di sospetta provenienza. Dopo l'arresto, sono stati trasferiti uno nel carcere di Rimini e l'altro nel carcere di Ravenna.