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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Le cugine di Chiara Poggi querelano la rivista “Giallo”, gli avvocati: “Macelleria informativa”

“le sorelle Stefania e Paola Cappa comunicano di aver sporto querela per il reato di diffamazione aggravata contro Albina Perri – ovvero la direttrice della rivista ‘Giallo'”: lo svelano gli avvocati delle cugine di Chiara Poggi.
A cura di Giorgia Venturini
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Le sorelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi, procedono per vie legali contro il settimanale "Giallo" che aveva diffuso il presunto testo di alcuni dei 180 messaggi anche vocali delle due sorelle riferendo anche che erano stati acquisiti dagli inquirenti ma poi si era scoperto che non era vero. Ricordiamo che le Cappa non sono mai state indagate per il delitto di Garlasco. Una volta riaperto il caso dalla Procura di Pavia – che indaga ora su Andrea Sempio – si stanno facendo tutti gli accertamenti su cosa è successo quel 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi venne uccisa nella villetta di famiglia.

In una nota gli avvocati Antonio Marino Gabriele Casartelli precisano che "le sorelle Stefania e Paola Cappa comunicano di aver sporto querela per il reato di diffamazione aggravata contro Albina Perri – ovvero la direttrice della rivista ‘Giallo' – già nota per aver diffuso in passato la falsa notizia attribuita ad entrambe di aver ‘incastrato Alberto Stasi', notizia poi ripresa senza verifica da numerosi quotidiani nazionali".

I legali precisano inoltre che nell'ultimo numero del settimanale sono stati diffusi "contenuti destituiti di fondamento, attribuendo a Stefania e Paola Cappa presunte dichiarazioni reperite online, prive di qualsiasi riscontro oggettivo, e senza che vi sia alcun legame diretto o indiretto con le persone coinvolte, né tantomeno un'utilità rispetto all'andamento delle nuove indagini".

Gli avvocati tengono ad aggiungere che è presente una "macelleria informativa" dopo la riapertura delle indagini "senza alcuna remora o verifica e nell'incertezza totale della riconducibilità alle nostre assistite, vengono pubblicate conversazioni che nemmeno può dirsi siano mai avvenute". E ancora: "Anche per questi ulteriori contenuti si procederà a tutelare la reputazione delle signore Cappa".

Infine i legali fanno un appello: o meglio "un forte invito all'Ordine dei giornalisti ed alle società editrici affinché assumano, ognuno per la propria parte di responsabilità, una posizione netta, immediata e definitiva volta a far cessare questa volgare ed inaccettabile modalità comunicativa".

Il Tribunale di Milano aveva già emesso una sentenza in difesa di Stefania Cappa dicendo che era stata diffamata da una servizio de "Le Iene" nel quale sarebbe stato insinuato un coinvolgimento della donna nell'omicidio di Garlasco. Il giudice aveva condannato per diffamazione aggravata l'autore e il conduttore di un servizio del programma tv andato in onda nel maggio 2022 dal titolo "Speciale Le Iene, delitto di Garlasco, la verità di Alberto Stasi". Ora bisognerà attendere gli sviluppi di questa nuova causa.

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