L’avvocato dei Poggi sull’arma del delitto: “Ricordo il cranio di Chiara. È stata colpita con un martello”

Un caso che sembra non finire mai. A distanza di 18 anni dal delitto della villetta di Garlasco, in cui è stata uccisa Chiara Poggi, si cerca ancora l'arma del delitto. Nella mattina di oggi mercoledì 14 maggio i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nella casa di Andrea Sempio (indagato dalla Procura di Pavia per omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, ovvero unico condannato), dei suoi genitori e di due suoi amici Roberto Freddi e Mattia Capra.
Cosa si cerca nelle quattro case ancora non è chiaro, ma nella stessa mattinata i carabinieri e vigili del fuoco hanno cercato in un canale di Tromello (vicino a Garlasco e alla casa di un parente delle sorelle Cappa, cugine della vittima) l'arma del delitto. Un'arma mai trovata in 18 anni e la cui identità ora è stata messa in dubbio senza motivo: si cercherebbe un attizzatoio quando i periti in tutti questi anni hanno sempre fatto riferimento a un martello. Secondo l'avvocato dei genitori di Chiara Poggi, Gian Luigi Tizzoni che ha spiegato a Fanpage.it cosa sta succedendo.

Avvocato ora si sta mettendo in dubbio l'arma del delitto. Si parla di attizzatoio e non più di martello. I dubbi sono fondati?
Questa vicenda è stata già valutata in anni e anni di processi in cui sono stati sentiti diversi periti, almeno una decina di medici legali. Tutti, tranne uno, hanno detto che l'arma è un martello e non lo hanno detto leggendo i fondi del caffè. È il risultato di ore e ore di esami. Purtroppo io ho ancora in mente il cranio di Chiara Poggi: la vittima aveva una lesione a forma quadrata nella parte posteriore del cranio e aveva dei tagli vicino alle sopracciglia. Tutti hanno detto che si trattava di un oggetto a doppio uso tagliente e battente. Quindi un martello. Poi si era discusso se martello da carpentiere o da muratore, con delle leggerissime differenze. Si tratta di un martello. Inoltre a casa Poggi manca un solo oggetto, un martello appunto.
Se oggi si vuole seguire un nuovo testimone apparso a Le Iene e si vuole mettere in discussione l'arma del delitto, lo si può fare. Ma bisogna richiamare tutti i periti e dirgli che non sono stati capaci di fare il loro lavoro.

Che l'arma del delitto era un oggetto di casa Poggi è certo?
È quello che emerge in un contesto di un omicidio d'impeto. E ribadisco manca proprio un martello a casa Poggi. L'oggetto che ha colpito Chiara è stato già studiato, ragionato: ha un lato battente e lato tagliente. Mi ricordo le foto dell'autopsia…
La Procura di Pavia dovrà confrontare le proprie valutazioni con quanto emerso nel processo. I periti hanno detto che è un martello. Se si vuole metterlo in discussione, bisognerebbe chiamare altri medici legali e dovrebbero dire che Chiara è stata uccisa con un altro oggetto. Che ora si cerchi un martello nei canali e nei boschi.
Si parla di nuovo delle sorelle Cappa, cosa c'entrano nelle indagini per il caso di Garlasco?
Sono state le prime a essere messe nel mirino. In passato erano stati fatti tutti gli accertamenti su di loro: erano stati acquisiti i tabulati, sono state intercettate e preso il dna. Tutti conclusero che non c'entrarono nulla su quello che è accaduto a Chiara.
Quali motivazioni erano state date?
Semplicemente perché l'assassino indossava un paio di scarpe che non sarebbero compatibili con il numero di piede di queste ragazze, di cui una aveva una gamba rotta nel periodo dell'omicidio.
Queste due ragazze hanno mai avuto qualche contatto con Andrea Sempio?
Non ci risulta. Sia per ragioni anagrafiche che logiche, questi soggetti non si frequentavano. Soprattutto perché non sono mai emerse telefonate tra di loro: i tabulati telefonici delle sorelle Cappa dal 2007 al 2014 sono stati scandagliati. Non è mai emersa una telefonata dei Cappa con neanche un membro della famiglia Sempio.