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Lavoratori multati per 10mila euro perché protestano, i carabinieri: “Violano le norme anticovid”

Ad un gruppo di 26 operai nel bolognese sono arrivate multe per più di 10mila euro. La loro colpa è aver protestato, interrompendo l’attività lavorativa durante le ore notturne. Ma dato che dal 3 novembre ci si può spostare dalle 22 alle 5 solo per comprovate esigenze (tra le quali c’è il lavoro), hanno ricevuto le sanzioni proprio perché in quel momento hanno smesso di lavorare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Lavorare si può, protestare no. È questo il messaggio che emerge dalla vicenda che ha coinvolto un gruppo di lavoratori di Bentivoglio, paese con poco più di 5mila abitanti nel bolognese. I carabinieri della stazione locale hanno multato un gruppo di ventisei operai per aver protestato senza essere autorizzati. Il punto centrale della vicenda sta nel fatto che i lavoratori hanno manifestato di notte, bloccando gli autocarri in partenza, ma violando così la normativa, visto che in quel momento il loro spostamento era autorizzato per le "comprovate esigenze lavorative".

Sono fioccate le multe ai 26 che hanno deciso di interrompere l'attività lavorativa per protestare. Gli operai, 22 stranieri e 4 italiani, si sono visti recapitare sanzioni per un totale di 10.400 euro, che ora dovranno pagare personalmente. L'interruzione di lavoro è stata multata perché si è svolta nelle ore notturne, quindi tra le 22 e le 5. Come stabilito dal Dpcm del 3 novembre, durante la notte, su tutto il territorio italiano, c'è il coprifuoco, o meglio il divieto di circolazione se non per comprovate esigenze. In questo caso quella degli operai rientrava tra le esigenze di lavoro. Visto che però hanno smesso di lavorare per protestare, ecco che è scattata la sanzione.

Sembra assurdo ma è tutto vero. A spiegare i dettagli della vicenda sono stati gli stessi carabinieri di Bentivoglio, che hanno fatto sapere che i lavoratori "avevano infatti interrotto l’attività lavorativa all'interno di un’azienda e dato luogo a una manifestazione di protesta notturna non autorizzata, bloccando gli autocarri in partenza e violando la normativa, avendo dichiarato che lo spostamento in quel comune era determinato da comprovate esigenze lavorative”.

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