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Lascia Bruxelles per tornare nel suo paesino in Sardegna: “La ricchezza non è solo economica”

Alice Sanna, economista sarda, dopo 16 anni trascorsi all’estero ha lasciato il Belgio per tornare nel suo paese dell’entroterra sardo insieme a suo marito e sua figlia. A Fanpage.it racconta la sua scelta: “Siamo abituati a pensare che la ricchezza siano lo stipendio e il valore delle proprietà che si possiedono, ma a casa ho ritrovato tempo libero, qualità del cibo, dell’aria, e delle relazioni”
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Alice Sanna insieme al compagno
Alice Sanna insieme al compagno

Alice Sanna è una economista che dopo 16 anni trascorsi all'estero come assegnista di ricerca ha scelto di lasciare il Belgio per tornare nel paese dell'entroterra sardo dal quale era partita. Con lei ci sono anche un marito e una bambina di tre anni e mezzo. A Fanpage.it spiega cosa l'ha spinta ad andare controcorrente rispetto alle migliaia di italiani che ogni abbandonano l'Italia: "Oggi siamo tutti convinti che la ricchezza sia legata solo a dati statistici come Pil, stipendio netto e tasso di disoccupazione, a un certo punto però ti rendi conto che la ricchezza è anche altro: tempo libero, qualità del cibo, dell'aria, delle relazioni che crei. Quando ti metti a pensare alla ricchezza in questi termini allora ti fai due conti e inizia a chiederti: dov'è che sono davvero più ricco?".

Dal Belgio alla Sardegna per amore della propria terra

Quasi sei milioni e mezzo di italiani al momento è residente all'estero, e solo una minuscola frazione di questi sceglie di ritornare. I motivi dell'espatrio sono spesso economici, legati soprattutto a stipendi più competitivi e alle maggiori opportunità di crescita rispetto all'Italia, soprattutto al Sud e isole.

Ne è consapevole anche Sanna che 16 anni fa scelse di dire addio alla sua Asuni, paesino da poche centinaia di abitanti nella provincia di Oristano: "I tassi di disoccupazione dell'Italia rispetto all'estero, ma anche del Sud rispetto al Nord Italia sono elevati, quindi certo bisogna fare i conti con questo, ma parlando della mia esperienza personale io sognavo di viaggiare e conoscere le lingue, e l'essere nata in un paesino di 300 abitanti non mi ha impedito di realizzare questo obiettivo: ho vissuto sei mesi in Spagna, grazie al Programma Erasmus, ho vissuto due anni in Ecuador, grazie al Servizio Civile Internazionale, dove ho conosciuto mio marito, e ho lavorato 10 anni in Belgio, in cui avevo fatto precedentemente un master, ma cosa più importante sono soddisfatta della mia vita. Ci sono persone nate e cresciute in grandi città europee che forse non sono riuscite e a realizzare i loro obiettivi, questo però non dipende solo dal background geografico, anche se ovviamente ha il suo peso".

Dopo aver incontrato l'amore in Ecuador, Sanna si è trasferita in Belgio dove precedentemente studiava e poi lavorava per l'Université de Louvain come ricercatrice e come tutor per gli studenti disabili, mentre il marito lavorava da remoto prima come consulente aziendale e poi per la sua startup londinese: "Dato che lavorava al 100% in smart working lui ha sempre proposto di andare a vivere in Sardegna, da dove vengo io – racconta Sanna – Eravamo entrambi stanchi del caos e dei ritmi molto sostenuti di Bruxelles, e soprattutto in previsione di figli avrebbe preferito farli crescere in un ambiente più tranquillo. Per me, però, non c'erano le prospettive lavorative per farlo".

La difficoltà di Sanna di ritornare in Sardegna è la stessa incontrata da Mariantonietta, ma tutto è cambiato durante il Covid: "L'università mi concesse di lavorare in smart a causa della pandemia, e ne abbiamo approfittato per trasferirci ad Asuni, dove avevo un piccolo appartamento della mia famiglia. Nel frattempo resto incinta della mia bambina che ha solo 6 mesi quando l'università belga mi chiede di tornare in presenza. A quel punto ho una decisione da prendere".

Sanna però decide di restare ad Asuni dove nel frattempo ha trovato un altro lavoro grazie a un progetto tra il Comune e l'Università di Cagliari. "Non avevamo voglia di andare a vivere in Belgio di nuovo, in quello stato un po' caotico e stressante, lontani da entrambe le famiglie, e con un clima decisamente meno mite rispetto a quello sardo. Abbiamo scommesso sulla vita in Sardegna, una esistenza molto più a misura d'uomo, soprattutto per una famiglia con figli".

Ormai da quasi cinque anni Sanna vive in Sardegna e non si è mai pentita della scelta: "Qui posso offrire a mia figlia il contatto con la natura, e posso contare su una rete sociale ampia che si appoggia su comunità con un'identità. Mia figlia potrà muoversi con una libertà molto maggiore se paragonata a una grande città, dove non ci si conosce e i pericoli sono di più".

Un salto che però resta inaccessibile per moltissime persone: "Io ho visto personalmente dei casi di successo di amici che hanno abbandonato i propri lavori comodi in ufficio per crearsi un'impresa qui – racconta – ma è difficile reinventarsi da zero a meno che non si decida di dedicarsi a un progetto proprio o non si abbia la possibilità di lavorare da remoto. Si tratta del mio vissuto e non posso generalizzare".

L'appello agli expat: "Non calcolate la felicità solo in termini economici"

Sanna però lancia un appello ai tanti expat come lei, persone che vorrebbero tornare ma hanno paura di farlo: "In termini economici come società siamo portati a pensare a ricchezza e povertà come concetti legati a dati statistici, quindi tasso di disoccupazione, stipendio netto, Pil, ecc.. Ma la ricchezza è anche altro: è tempo libero, qualità del cibo, dell'aria, delle relazioni che instauri. Non sono lo stipendio netto o il valore della casa e dell'auto a renderci felici se poi lavoriamo tutto l'anno solo per comprare un biglietto di andate e ritorno verso il luogo dove vorremmo vivere e invece vediamo solo come turisti".

Un fenomeno che riguarda da vicino moltissimi sardi, come anche Maddalena, sarda emigrata a Firenze che torna sull'isola dalla sua famiglia come una turista.

"Se vuoi vivere nel posto del cuore ma non hai il coraggio di sceglierlo perché perderesti tutte le cose materiali che danno la definizione di ricchezza, forse è ora di rivalutare davvero cosa vuol dire ricchezza".

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