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Lascia 3 milioni d’eredità all’Asl per un ospedale: soldi spesi per una palestra (mai finita)

Un’eredità milionaria destinata alla sanità nel Salento rischia di essere svanita nel nulla. La generosa volontà di Vita Carrapa, benefattrice salentina scomparsa nel 2019, sembra ormai disattesa: i tre milioni di euro lasciati per realizzare una struttura sanitaria nel territorio sono stati assorbiti da un progetto che, a distanza di anni, non solo è incompleto ma anche distante dalle finalità originarie. La denuncia di Antonio Giannuzzi, fiduciario della benefattrice.
A cura di Biagio Chiariello
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Vita Carrapa
Vita Carrapa

La signora Vita Carrapa, morta a 95 anni il 16 febbraio 2019, aveva espresso nel suo testamento un desiderio preciso: contribuire con il suo patrimonio alla costruzione di un’infrastruttura dedicata alla cura e all’assistenza nel basso Salento. Poiché nel 2009 — anno in cui redasse le sue volontà — non esisteva ancora un progetto definito per il nuovo ospedale, la donna optò per una formulazione più ampia, parlando genericamente di "struttura sanitaria di cura e assistenza".

Ma pose una condizione chiara: se entro cinque anni dall’apertura del testamento (avvenuta l’11 settembre 2019) l’opera non fosse stata realizzata, la somma sarebbe dovuta andare all’Ispe, l’ente che gestisce la casa di riposo di Maglie, per potenziare i servizi agli anziani o costruire una nuova residenza.

Una palestra al posto dell’ospedale: la deviazione dei fondi

Quasi sei anni dopo, nulla di quanto previsto si è concretizzato. La cifra donata è finita nella realizzazione di una palestra riabilitativa ad alta tecnologia, ubicata al piano terra dell’ex ospedale di Maglie, oggi riconvertito in Presidio territoriale di assistenza (Pta). Un intervento che la Asl descrive come "Presidio riabilitativo distrettuale", ma che secondo il Comitato non risponde né al carattere né alla portata del progetto auspicato da Carrapa, che aveva immaginato un’opera a beneficio di tutto il territorio del Sud Salento.

Oltre al cambio di destinazione, anche i tempi stanno diventando un problema serio. La Asl aveva indicato il 9 maggio 2025 come data di consegna, ma i lavori procedono a rilento. Medici e operatori sanitari denunciano un cantiere spesso fermo, senza operai all’opera, e senza comunicazioni ufficiali sullo stato dell’intervento.

"La signora Carrapa voleva finanziare la nascita di un nuovo ospedale tra Melpignano e Maglie, o almeno sostenere la cura della terza età", ricorda Antonio Giannuzzi, fiduciario della benefattrice, al Corriere della Sera. "Oggi ci troviamo davanti a un progetto molto diverso, e ancora incompiuto".

Il direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi, ha in passato difeso le scelte compiute, sostenendo che il denaro sia stato utilizzato "in perfetta rispondenza alle disposizioni testamentarie". Ma il Comitato contesta questa lettura: non solo la struttura realizzata non rispecchia la volontà originaria, ma anche la clausola dei cinque anni sembra essere stata ignorata, senza che i fondi venissero destinati all’Ispe come previsto.

Ritardi, degrado e accuse: tradita la promessa di Vita Carappa

A complicare ulteriormente la situazione, l’area del Pta versa in condizioni di abbandono. Il cancello d’ingresso per le ambulanze del 118 è divelto e arrugginito, tra sterpaglie e detriti, a conferma dello stato di trascuratezza in cui versa la zona. Un’immagine che contrasta con l’idea di un presidio sanitario funzionale e decoroso.

Secondo il Comitato, si sta assistendo a un duplice spreco: oltre ai tre milioni donati da Carrapa, anche i 140 milioni di euro stanziati dallo Stato per il nuovo ospedale del Sud Salento rischiano di andare perduti a causa dell’inerzia e delle scadenze mancate.

L’appello è ora rivolto ai rappresentanti delle istituzioni, affinché venga fatta chiarezza sul rispetto delle volontà testamentarie e sull’impiego effettivo dei fondi. Il timore, sempre più fondato, è che la generosità di una donna venga vanificata da ritardi, scelte discutibili e promesse rimaste lettera morta.

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