
In Georgia Adriana Smith, una donna di trent’anni per la quale è stata dichiarata la morte cerebrale, dovrà essere mantenuta in vita per mesi per portare a termine la gravidanza, per non violare le leggi dello stato che proibiscono l’aborto. È quanto ha deciso l’ospedale che ha preso in cura la donna lo scorso febbraio in seguito a un’emorragia cerebrale, avvenuta quando era incinta di poche settimane.
Secondo la legge, Smith è morta. Ma sempre secondo la legge, l’aborto è legale solo entro le prime sei settimane con “il consenso volontario e informato della donna”: dopo questo termine è consentito solo per salvare la vita o la salute della donna o nel caso ci si aspetta che il feto non sopravviva. Poiché Smith era già deceduta al momento dell’arrivo in ospedale non ha potuto dare il suo consenso all’aborto. Ora la gravidanza è arrivata a 21 settimane, e staccarle i supporti vitali provocherebbe la morte del feto.
La famiglia di Adriana Smith ha dichiarato di essere contraria al trattamento subìto dalla figlia, anche perché i medici hanno già riscontrato la presenza di fluido nel cervello del feto, ed è possibile che non riuscirà a svilupparsi fino alla fine della gravidanza. È molto raro che un feto sopravviva alla morte cerebrale della madre: in uno studio del 2021 sono stati registrati solo 35 casi negli ultimi decenni in cui una donna cerebralmente morta è stata mantenuta in vita dalle macchine per portare avanti la gravidanza, conclusasi positivamente in 27 casi. Si trattava però di gravidanze molto più avanzate, visto che la durata massima di questo trattamento è stata di sette settimane. Secondo la famiglia, Smith era incinta da circa due settimane quando è morta. Ora è arrivata alla ventunesima e i medici puntano a proseguire ancora per tre mesi.
La Georgia è uno degli stati americani con le leggi più restrittive sull’aborto, dopo che nel 2022 la Corte Suprema ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade che aveva depenalizzato l’aborto nel 1973. Lo stato infatti riconosce il feto (ma anche l’embrione e gli ovuli fertilizzati) come una persona giuridica. In questo caso, quindi, i medici che decidessero di staccare le macchine che mantengono le funzioni vitali di Smith potrebbero essere accusati di omicidio del feto che ha in grembo. Secondo il senatore repubblicano Ed Setzler, che ha proposto per primo la legge contro l’aborto, l’ospedale sta “proteggendo una vita umana innocente”. La famiglia della donna ha aperto una raccolta fondi per supportare i costi del trattamento imposto a Smith, e sua madre ha dichiarato che non sanno come faranno a crescere il figlio, specialmente se avrà le gravi disabilità che i medici si aspettano nel caso in cui sopravviva fino al parto. La risposta del senatore è che i famigliari potranno sempre darlo in adozione.
La restrittività delle misure antiabortiste in Georgia ha già portato a situazioni estreme. ProPublica, che ha anche vinto il premio Pulitzer per aver investigato su questi casi, ha svelato che due donne nere residenti nello stato sono morte per non aver ricevuto cure abortive di cui avevano bisogno: a dicembre del 2023 Amber Nicole Thurman è morta di sepsi dopo che le era stato negato un raschiamento in un ospedale di Atlanta; Candi Miller, pur avendo un’infezione in corso dopo un aborto farmacologico, non è voluta andare in ospedale per paura di essere arrestata, visto che si era procurata la pillola abortiva per posta. È morta nel suo letto davanti ai suoi figli.
Dopo la pubblicazione degli articoli il divieto di aborto era stato temporaneamente abrogato da un giudice, ma è subito stato riconfermato dalla Corte Suprema dello stato. Inoltre, l'amministrazione georgiana ha licenziato tutti i membri del comitato che studia i tassi di mortalità materna, e che aveva dichiarato “evitabile” il decesso delle due donne. In generale, la mortalità materna sta aumentando vertiginosamente in tutti gli Stati Uniti, sia come conseguenza diretta del mancato intervento dei medici che hanno paura di violare le leggi anti-aborto, sia perché il divieto ha portato alla chiusura di molte cliniche ginecologiche.
Per le associazioni femministe, il caso di Adriana Smith è degno de Il racconto dell’ancella: il corpo di una donna morta cerebralmente e legalmente viene mantenuto in vita da settimane solo per poter adempiere a una funzione fisiologica, senza alcun rispetto per lei e per la volontà dei suoi famigliari.
Come ha scritto la giornalista Jessica Valenti, autrice della newsletter Abortion, Every Day, questa storia può essere descritta solo usando termini crudi, perché è proprio la crudeltà il punto. In nome della “tutela della vita” lo stato della Georgia sta violando la dignità di una donna e dei suoi familiari, che tra l’altro dovranno coprire spese enormi (una giornata in terapia intensiva costa fino a 6000 dollari) per una gravidanza che ha poche chance di essere portata a termine. Il senatore Setzler però è soddisfatto, perché questo caso dimostra l’efficacia della legge sull’aborto. Che per non violare il “piano di Dio”, viola i confini della nostra umanità.
