La storia a lieto fine di Lavinia: nata di 423 grammi, ora sta bene

Lavinia è una bambina nata all’ospedale Sant’Orsola di Bologna la notte del 24 dicembre 2014 alla ventitreesima settimana di gestazione. Quando è venuta al mondo la piccola pesava solo 423 grammi per 22 centimetri. Ma oggi è una bambina che sorride come tutti gli altri, forse perché sa di aver vinto la sua battaglia per la vita. “Mia figlia è viva ed è sanissima grazie alla sua forza e ai progressi della medicina che oggi danno grandi speranze. Non aveva sistema immunitario e l’hanno salvata anche i vaccini, fatti quando era ancora in terapia intensiva e le iniezioni di anticorpi fatte lo scorso inverno”, ha raccontato la mamma Barbara Magagnoli al Corriere della Sera. “Ero ricoverata in ospedale dopo un cerchiaggio d’emergenza perché il collo dell’utero era dilatato. La notte di Natale si sono rotte le acque e non c’è stato niente da fare, lei è nata. Io e il mio compagno Davide eravamo convinti di assistere a un aborto, ma quando Lavinia è nata ha tentato di piangere, ha mosso le braccia, le ostetriche erano choccate. Era come se volesse urlare ‘Voglio vivere, aiutatemi!’”, ha spiegato la mamma di Lavinia. Tutti sapevano di trovarsi dinanzi a un caso limite, ma hanno fatto il possibile per aiutare la neonata.
È rimasta per 130 giorni in Terapia intensiva neonatale – “Aveva la pelle talmente sottile che si intravedevano gli organi, quando mi hanno permesso di sfiorarla per la prima volta temevo di farle male. Invece lei con la sua manina stringeva con forza il mio dito. Ha sempre lottato, ha tirato fuori la grinta fin dal primo minuto. A Capodanno, con addosso maschera e camice, l’ho presa in braccio per la prima volta, cinque minuti appena. Aveva attaccato di tutto, tubi, aghi, respiratore, ma è stato bellissimo. In quell’istante ho cominciato a sperare davvero. Quello scricciolo forse ce l’avrebbe fatta”, ricorda emozionata la donna. La bambina è rimasta per 130 giorni in Terapia intensiva neonatale ed è stata in grado di superare anche una polmonite. È stata vaccinata quando era ancora in Terapia intensiva e per precauzione non può andare all’asilo nido. Anche un banale raffreddore per lei può trasformarsi infatti in qualcosa di molto serio e per questo per il momento è a contatto solo con pochi bambini, ma a farle sempre compagnia ci pensa il suo cagnolino, Cesare. A tre anni comunque, quando il suo sistema immunitario sarà completo, potrà cominciare a frequentare la scuola dell’infanzia.