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La solidarietà vince: le ragazze ferite a Brindisi potranno curarsi senza pagare costose creme

Bomba di Brindisi, dopo la gara di solidarietà iniziata dal quotidiano Libero il Quirinale intercede sulle aziende di cosmesi. Che offrono gratuitamente supporto e prodotti alle amiche della sfortunata Melissa.
A cura di Redazione
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Mesagne, i funerali di Melissa Bassi

Non dovranno più pagarsi le spese mediche per curare le ustioni le ragazzine ferite dall'esplosione di una bomba davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. "Libero", il quotidiano che aveva lanciato la notizia e successivamente una sottoscrizione in solidarietà delle giovani vittime della follia di un uomo, Giovanni Vantaggiato, oggi riporta l'importante aggiornamento a firma Franco Bechis. Selena, Veronica, Azzurra, Vanessa e Sabrina sono le compagne della povera Melissa Bassi, rimasta uccisa, hanno ricevuto un aiuto importante, quello del Quirinale. Lo racconta proprio Bechis:

Il primo a rispondermi – in questa gara di solidarietà operosa che davvero non mi aspettavo nell’Italia di oggi – è stato il Quirinale. La persona a cui mi ero rivolto è uno dei principali collaboratori del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Non so se ne ha parlato con il presidente. So che si è dato subito da fare, prendendo a cuore personalmente il bisogno delle famiglie di Brindisi. Ha provato a chiedere subito ai vertici del ministero della Salute se era possibile trovare una soluzione. Nel giro di poche ore ho ricevuto da loro una lettera in cui mi comunicavano di avere trovato un modo immediato senza stare a combattere con leggi e cavilli (perché quelle non si possono cambiare rapidamente per questo caso).

La soluzione è stata garantita dall'Unipro, ovvero dalle imprese che si occupano di cosmesi in Italia:

Unipro – Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, ha dato la sua disponibilità alla fornitura gratuita di un primo elenco di medicinali non riconosciuti nel prontuario alle cinque ragazze, allertando anche Federchimica-Anifa per altri prodotti non distribuiti dalle proprie aziende.

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