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La sanità calabrese chiude l’ospedale Sant’Anna: 300 interventi salvavita annullati

Un inter infinito lascia una struttura ospedaliera d’eccellenza senza accreditamento e così l’ASP di Catanzaro la chiude, annullando ben 300 interventi salvavita a pazienti in lista d’attesa. E a causa dell’emigrazione sanitaria, i costi per la regione aumentano. “Abbiamo tutta la documentazione in regola, si tratta di un problema burocratico – afferma Giovanni Parisi, presidente di Villa S. Anna -. Abbiamo fatto ricorso al TAR vincendolo”. E nella stessa situazione, si trovano tutte le cliniche private calabresi.
A cura di Pasquale Zumbo
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Sono 300 gli interventi salvavita, già in programma al S. Anna Hospital di Catanzaro, che sono stati annullati. Il tutto a causa di un cortocircuito burocratico. «Il 23 di dicembre abbiamo ricevuto una disposizione da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale con la quale ci veniva impedito di rendere prestazioni per il Servizio Sanitario Regionale – spiega Giovanni Parisi, presidente del CdA di Villa S. Anna Spa -. Questo ha comportato per noi, l’obbligo di sospendere tutti i ricoveri e di non dare la possibilità a circa 300 persone, che erano in lista d’attesa di sottoporsi a interventi salvavita».

Una situazione grave, soprattutto in una regione che ha nella Sanità uno dei suoi punti deboli, e che ha costretto queste persone a cercare una soluzione immediata fuori dalla Calabria. «Le persone si sono attivate, creando e inducendo mobilità passiva – racconta il dr. Antonio Soccorso Capomolla, Direttore Sanitario della Struttura -. Lei consideri che nonostante tre cardiochirurgie presenti sul territorio, nel 2019 si sono determinati comunque 612 interventi fuori regione, causando una spesa aggiuntiva per la regione pari a circa 12 milioni di euro». Capomolla spiega meglio. «Un intervento cardiochirurgico che anziché farlo in regione viene fatto altrove, comporta un aggravio di costi pari a circa il 50%. Per fare un esempio banale – prosegue -, se un intervento cardiochirurgico costa, in Calabria, 22 mila euro, alla fine dell’intervento fuori regione, costerà qualcosa come 32 mila euro».

Un 50% composto dai rimborsi per i caregiver e dall’ammontare del valore del lavoro mancato, di paziente e accompagnatore, a causa della trasferta. « L’interruzione dell’attività ha comportato una grave crisi per l’offerta sanitaria – rincara la dose Capomolla -: in un anno, noi facciamo 890 interventi cardiochirurgici, 600 interventi di studio elettrofisiologia,  qualcosa come 600 interventi vascolari».

Ma cosa è accaduto? Perché l’ASP di Catanzaro ha imposto questo provvedimento? Il S. Anna Hospital, accreditato con la Regione nel 2012, alla scadenza dei canonici 3 anni, ha presentato richiesta di rinnovo. Richiesta mai evasa con tanto di rimpallo di responsabilità tra enti. «Abbiamo subito fatto ricorso al TAR contro il provvedimento – aggiunge il presidente Parisi -, e alla data del 26 gennaio, il tribunale si è espresso dichiarando l’illegittimità del provvedimento ed annullandone gli effetti. L’Asp non ha però cambiato atteggiamento». Un qualcosa di inspiegabile con ricadute gravi sulla salute dei calabresi.

Il S. Anna Hospital è una riconosciuta eccellenza a livello nazionale, secondo i dati Agenas, il  Ministero della Sanità, ed è la struttura che porta a termine il maggior numero di interventi in Calabria, circa il doppio della somma delle altre due cardiochirurgie presenti in regione.

«Il cortocircuito istituzionale che noi abbiamo più volte rappresentato è avvenuto tra ASP e Regione – spiega ancora Parisi -. Tutte le altre cliniche e le altre strutture private accreditate si trovano nelle medesime condizioni del S. Anna e cioè con un accreditamento in corso di rinnovo».

Per il 2020, però, il S. Anna non ha ricevuto un solo euro, a fronte di spese pari a 24 milioni di euro. «Siamo stati costretti – afferma con rammarico – ad attivare la Cassa Integrazione per i dipendenti, mentre per quanto riguarda i fornitori, purtroppo, non abbiamo potuto onorare le scadenze di fine anno».

A peggiorare la posizione dell’Azienda Sanitaria Provinciale, ci sono delle altre posizioni creditorie, di una sentenza passata in giudicato per 6,5 milioni di euro, che l’ASP ha ritenuto di non ottemperare. «Abbiamo promosso un giudizio di ottemperanza della sentenza – dice il Presidente di Villa S. Anna Spa -, ma in virtù del Decreto Milleproroghe che ha sospeso tutte le azioni esecutive nei confronti delle ASP fino al 31 dicembre 2021, il giudice non ha potuto disporre la nomina di un commissario Ad Acta affinché ci fosse corrisposto quanto dovuto».

Ma qualcosa comincia a muoversi. «Noi stiamo aspettando il provvedimento del Commissario Ad Acta Longo che, devo dire, da quando si è interessato della vicenda ha dato una fortissima accelerazione – spiega ancora Parisi -. È stato attivato il Dipartimento Salute che si è messo in relazione con noi, richiedendo tutta una serie di documentazioni che noi abbiamo prontamente trasmesso. Proprio nella giornata di oggi (8 febbraio), si è attivata la commissione ASP il cui compito è quello di verificare, ulteriormente, che la struttura ha ottemperato a tutte le prescrizioni che nel tempo sono state formulate – conclude il presidente Parisi -, comprese quelle di dicembre del 2020».

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