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La maestra sul quaderno dell’alunno: “Stufa di correggere tuoi errori”. Famiglia protesta: “Metodi sbagliati”

“Sinceramente sono stufa di correggere innumerevoli correzioni di verifica scritte con i piedi. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa”. Lo ha scritto una maestra di una scuola della provincia di Treviso sul quaderno di un alunno di quinta elementare. I genitori del bambino: “Comportamento senza finalità educativa e fonte di ansia”.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

"Sinceramente sono stufa di correggere innumerevoli correzioni di verifica scritte con i piedi, piene zeppe di errori ortografici gravi e di inesattezze. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa!".

È questo il messaggio lasciato da una maestra di una scuola paritaria della provincia di Treviso sul quaderno di un alunno di quinta elementare. L'insegnante aveva dato il compito di correggere a casa alcuni errori ma il bambino non l'ha fatto. Da qui la reazione, considerata inappropriata dai genitori che si sono rivolti all'istituto.

L'episodio risale a lunedì 12 maggio, ma i quotidiani locali ne hanno parlato soltanto in questi giorni. Per lunghe settimane il dirigente scolastico ha organizzato incontri per cercare di riportare la pace, ma alla fine il padre e la madre dell'alunno hanno deciso di parlare pubblicamente dell'accaduto, come racconta il Corriere del Veneto.

"I no aiutano a crescere, le forme educative che abbiamo segnalato ottengono il contrario", ha spiegato la mamma. "Ci siamo dovuti nostro malgrado scontrare inaspettatamente con una metodologia di insegnamento che ricorda i racconti dei nostri nonni: quando i maestri bacchettavano i bambini o li facevano sedere sui ceci", raccontano ancora i genitori.

Spiegano anche che il bambino sarebbe stato punito facendolo rimanere “in piedi lì all’angolo in corridoio" senza fare ricreazione. Oppure che si sarebbe sentito dire: “Se sbagli ancora non ti faccio fare la presentazione alla recita di fine anno”.

La docente, ritengono i genitori, avrebbe avuto "un comportamento che esula a nostro modo di vedere da qualsivoglia finalità educativa e si trasforma in una vera e propria fonte di ansia e inquietudine". I genitori fanno sapere che il bambino, che ha concluso quest'anno le elementari, proseguirà il percorso scolastico in un altro istituto.

A favore della maestra, che insegna nella scuola trevigiana da 20 anni, si è schierato il dirigente scolastico che ha definito il gesto della maestra "una caduta di stile".

Ma ha aggiunto: "Quei toni non sono assolutamente parte dei suoi metodi abituali. La maestra è stata insegnante di quel ragazzino fin dalla prima elementare e nessuno ha mai avuto niente da rimproverarle".

"Siamo in dialogo da due mesi con i genitori — aggiunge il preside — fin da subito abbiamo chiarito che si è trattato di un errore. Sbottare con i bambini non va mai bene soprattutto tenendo conto della loro età e della possibilità che le indicazioni date non vengano rispettate. Non possiamo chiedere la perfezione ad un bambino, lo sappiamo bene".

Il testo sarebbe conseguenza, continua il dirigente scolastico, di una "situazione ripetuta". "Sul resto mi sento di dire che sono stati usati toni che descrivono le cose in un modo che non corrisponde alla realtà".

"Se durante la ricreazione un bambino sta esagerando e le maestre gli chiedono di sedersi accanto a loro qualche minuto per calmarsi non fanno assolutamente niente di sconveniente. – ha spiegato – Lo stesso se gli chiedono di calmarsi fuori dall’aula con la porta aperta per qualche minuto per contenere l’esuberanza".

Pur rispettando le impressioni dei genitori, "credo che il quadro descritto sia non pienamente aderente alla realtà".

"Dopo cinque anni sereni con la docente – fa sapere ancora la dirigenza – abbiamo subito dato la nostra disponibilità al confronto nel momento di criticità, ci è dispiaciuta questa presa di posizione pubblica vista l’attenzione che da sempre ha il nostro istituto agli studenti".

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