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Famiglia che vive nel bosco

La maestra dei bimbi nel bosco: “Non li ho ancora visti, lezioni a casa ma serve anche il doposcuola”

Si attende la decisione dei giudici che sono chiamati a decidere se i 3 bimbi cresciuti nei boschi di Chieti attualmente in casa famiglia potranno tornare a casa per Natale. I genitori si sarebbero dimostrati aperti alle richieste relative alla ristrutturazione della casa, i vaccini e le lezioni con un’insegnante qualificata, la consigliera comunale Rossella D’Alessandro, intervistata da Fanpage.it.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Non si sono ancora espressi i giudici sull'eventuale ritorno a casa dei tre bambini cresciuti nei boschi di Chieti che dal 20 novembre si trovano in casa famiglia. Nonostante le nuove garanzie fornite dai genitori dei fratellini, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, per i giudici il tempo per decidere sulla sorte dei tre non è sufficiente. I magistrati avranno altri 60 giorni per esprimersi sul riaffido dei minori alla mamma e al papà, ma la speranza è che il verdetto arrivi prima di Natale.

I bambini, infatti, potrebbero trascorrere le feste all'interno della casa famiglia nella quale sono sotto osservazione degli assistenti sociali e degli educatori. Per il rientro, i giudici avevano chiesto che i minori fossero sottoposti ai vaccini obbligatori, che vedessero un neuropsichiatra infantile e che la casa nella quale sono cresciuti venisse ristrutturata per aggiungere ulteriori comfort utili alla loro crescita.

Secondo quanto emerso negli ultimi giorni prima dell'udienza di martedì 16 dicembre, i tre bimbi, che studiavano a casa in regime di unschooling, non saprebbero leggere e la figlia più grande saprebbe scrivere solo il suo nome sotto dettatura. Una situazione che ha spinto il Comune di Palmoli a cercare una soluzione per permettere ai bimbi di seguire lezioni (anche a casa) con un'insegnante qualificata.

Un'idea alla quale Nathan Trevallion e Catherine Birmingham non si sarebbero opposti. Per ora non vi sono stati incontri ufficiali tra le parti, ma la docente individuata per seguire i tre bambini sarebbe la consigliera comunale Rossella D'Alessandro.

"Mi sono interfacciata quotidianamente con il sindaco sulla questione – ha spiegato a Fanpage.it D'Alessandro – ma per ora non ci sono stati incontri ufficiali con i genitori. L'idea del Comune è quella di lezioni frontali a casa e poi di corsi pomeridiani al doposcuola con un progetto che sto seguendo già da qualche mese".

"Con i bambini al momento non ho avuto contatti, neppure con i familiari. Non posso pronunciarmi più di tanto, ho letto comunque di difficoltà a scrivere sotto dettatura e leggere – ha continuato D'Alessandro -. Prima di incontrare i bambini non voglio sbilanciami. Da consigliera comunale posso dire che l'allontanamento di questi minori e il loro ingresso in casa famiglia ha impensierito in generale tutta Palmoli. Oltre alla questione dei costi, c'è anche e soprattutto quella di tre bambini che potrebbero non passare il Natale a casa. Stiamo cercando comunque di agire nel loro interesse, il loro bene deve venire prima di qualsiasi altra cosa".

Il progetto del Comune, come anticipato dall'insegnante a Fanpage.it, sarebbe quello di far fare ai bambini lezioni frontali con la docente, seppure tra le mura domestiche, e qualche ora di doposcuola in paese per socializzare con altri bambini. "Gli attestati che testimoniano il superamento degli esami di fine anno per il passaggio alla classe successiva? Non mi esprimo nel merito, ho pochi elementi per giudicare. Sicuramente ci saranno delle valutazioni da fare sulle scuole che hanno rilasciato l'ok per la classe successiva, sempre se venisse confermato che i tre bambini hanno difficoltà a leggere e scrivere".

D'Alessandro, in qualità di docente, ha avuto in passato altre esperienze di homeschooling e si è detta "a favore della normativa". "Penso che come in tutte le cose debba esserci il giusto compromesso – ha sottolineato -. La legge consente l'homeschooling e questo è un fatto, poi chiaramente bisogna trovare la formula con un'insegnante che conosca la famiglia in questione e ci stabilisca un rapporto di fiducia. Da docente in questi anni ho seguito un allievo con autismo che studiava a casa, sono stata la sua insegnante fino all'esame finale. Era una storia diversa, ovviamente, ma è per dire che l'homeschooling non è il male assoluto se fatto nel giusto compromesso".

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