La madre ha cancro curabile col trapianto, il figlio le dona parte del fegato: “Le ha ridato la vita”

"Di norma, sono i genitori a dare la vita ai figli. Qualche volta, però, succede il contrario". Comincia così il lungo post pubblicato su Facebook dal Centro Nazionale Trapianti per raccontare la storia a lieto a fine di un 38enne di Modena che ha donato parte del suo fegato alla madre 68enne gravemente malata.
La donna soffriva infatti di un tumore primitivo del fegato in un contesto di cirrosi epatica avanzata, curabile solo con il trapianto. Ma c'è di più in questa storia d'amore.
"L'equipe del centro trapianti dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, guidata dal prof. Fabrizio Di Benedetto, ha eseguito il prelievo della porzione di fegato usando esclusivamente un robot", si legge ancora nel post.
La notizia era stata annunciata in apertura del 45esimo congresso nazionale della Società italiana dei trapianti d’organo e di tessuti (Sito), a Trieste.
È stato questo uno dei pochissimi casi al mondo, il secondo in Italia, del genere e l'intervento è stato talmente poco invasivo che il donatore è tornato a casa dopo solo 48 ore, e la trapiantata dopo 6 giorni, "a riprova – spiegano – che la donazione da vivente è un'opzione sicura per chi dona ed estremamente efficace per chi riceve l'organo".
Nello specifico, l’intervento è stato eseguito con una tecnica robotica pura, accedendo all’addome con fori di soli 8 millimetri e lavorando totalmente dalla console robotica. Si tratta di una delle più complesse procedure esistenti. Il team guidato da Di Benedetto, dopo aver condotto oltre 400 interventi eseguiti con tecnica robotica, è da tre anni il primo centro in Italia per i trapianti di fegato da donatore vivente in riceventi adulti.
"Pensate – conclude il post del Centro Nazionale Trapianti -: il fegato è stato prelevato da una piccola incisione sopra il pube, come in un parto cesareo. E in fondo, questo dono assomiglia proprio a un parto al contrario: quello di un figlio che rimette al mondo sua madre".