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La denuncia: “In Italia uccisi e cucinati 6-7mila gatti”

Secondo una ricerca condotta da Aida&a, l’associazione italiana difesa animali e ambiente, tra le provincie di Brescia, Cremona, Vicenza, Verona, Parma e Reggio Emilia è ancora in voga la tradizione di cucinare i gatti.
A cura di D. F.
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Almeno 6-7 mila gatti sono stati uccisi e cucinati: il dato non si riferisce alla Cina o al Vietnam, paesi dove la leggenda vuole siano un cibo prelibato, bensì all'Italia e a raccoglierli è stata l'Aida&a, l'associazione italiana difesa animali e ambiente, che ha analizzato i dati raccolti dal servizio segnalazionereati@libero.it. L'organizzazione rivela: "In Italia sono stati uccisi 6-7.000 Gatti che sono stati poi cucinati, e non stiamo parlando di ristoranti asiatici, ma di italiani, che specialmente nelle provincie di Brescia, Cremona, Vicenza, Verona ma anche nel milanese e nella zona tra Parma e Reggio Emilia in alcuni casi organizzano dei veri e propri pranzi a base di gatto con la presenza anche di 20-30 persone. Ovviamente – continua l'Aida&a – tutto questo avviene quasi sempre di nascosto anche perché in italia uccidere e mangiare un gatto o un cane è un reato punibile con il carcere ai sensi dell'articolo 544 del codice penale". I gatti uccisi non sono solo randagi, ma anche felini rapiti dalle colonie e persino allevati a scopo esclusivamente alimentare.

Malgrado la pratica sia illegale, dunque, in molte aree del paese i gatti verrebbero serenamente serviti cotti al vapore o, molto spesso, accompagnati dalla polenta. Una tradizione giustificabile nel dopoguerra, ma non ora che fortunatamente la fame non attanaglia i cittadini italiani. Ricordate cosa accadde a Beppe Bigazzi, il popolare opinionista de La Prova del Cuoco che venne allontanato dalla trasmissione per aver solo avanzato la proposta di cucinare i felini?

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