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La Corte Costituzionale: “Lecito intervento dei cacciatori nell’abbattimento dei cinghiali”

La Corte Costituzionale cambia senso di marcia con la sentenza storica che permette ad agricoltori, cacciatori e persone abilitate di partecipare all’abbattimento dei cinghiali. Un provvedimento accolto con favore da Coldiretti dopo il ricorso al Tar della Toscana da parte di alcune associazioni animaliste.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Corte Costituzionale ha dato l'okay con una sentenza storica all'abbattimento degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, ai cacciatori abilitati, guardie ambientali e guardie giurate, a patto però che siano appositamente formati per l'abbattimento. Una decisione di cui dà notizia Coldiretti, che sottolinea che con l'emergenza Covid l'emergenza riguardante i cinghiali è vistosamente aumentata, soprattutto in Puglia, causando pericoli per le persone e auto. Gli animali, inoltre, devasterebbero i raccolti e sarebbero pericolosi diffusori di malattie come la peste suina. 

Visto il numero crescente di incidenti causati dagli animali selvatici e la riduzione degli abbattimenti dal 2020 che ha portato il numero di cinghiali a crescere a dismisura,  la Corte Costituzionale ha dato il via anche ad agricoltori, cacciatori e persone abilitate per la partecipazione alle operazioni di abbattimento. La suprema corte avrebbe riconosciuto, nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste, che l'aumento di cinghiali e la riduzione del personale adibito al controllo, ha aumentato il rischio di danni alla coltivazione e pericoli per i cittadini. Quindi la conseguente decisione di invertire la rotta con un provvedimento storico. Negli scorsi anni erano stati bocciati i provvedimenti di diverse regioni che avevano aperto alla possibilità di estendere la lista di coloro autorizzati all'abbattimento degli animali selvatici.

In particolare, ha fatto presente Coldiretti, i cinghiali sarebbero pericolosi per la diffusione di malattie come la peste suina. Particolarmente grave la situazione nelle aree rurali della Murgia barese, dove l'habitat risulterebbe favorevole. Una situazione, questa, che avrebbe lentamente portato problemi economici e sociali dovuti all'abbandono da parte della popolazione delle zone interne.

La situazione in Toscana

Nella sola provincia di Lucca, sulla base di alcuni dati forniti dall'Ambito Territoriale di Caccia, gli abbattimenti di cinghiali sono crollati del 66% nel 2020, causando un incremento degli animali selvatici nella zona. La notizia diffusa da Coldiretti, quindi, è stata accolta con soddisfazione. "Nelle nostre campagne gli imprenditori sono esasperati dai danni provocati da questi animali – spiega Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca – mentre per le strade e nelle città non è raro trovarsi faccia a faccia con uno o più esemplari. In campagna ci sono continue segnalazioni, partendo dalle colture distrutte fino agli incidenti causati dagli animali.

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