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Famiglia che vive nel bosco

La casa nel bosco e il complotto dell’eolico: cosa c’è davvero dietro la vicenda della famiglia di Palmoli

La teoria delle pale eoliche al posto della casa nel bosco non regge: il progetto è remoto, forse archiviato, e nessun impianto comunque sorgerebbe al posto dell’abitazione della famiglia Trevallion-Birmingham.
A cura di Davide Falcioni
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La storia è di quelle che sembrano fatte apposta per catturare l’immaginario collettivo: la famiglia che vive in un casolare immerso tra faggi e castagni, l’allontanamento improvviso, il sospetto che tutto serva a "fare posto" alle pale eoliche di una multinazionale green. Una sorta di Avatar in versione abruzzese che spiegherebbe l’"accanimento" verso cinque persone desiderose solo di una vita a contatto con la natura. Ma questa narrazione, per quanto seducente, non corrisponde alla realtà.

Come è nata la storia del progetto eolico a Palmoli

La correlazione tra i progetti eolici nel Vastese e la situazione dei Trevallion-Birmingham si è diffusa sui social negli ultimi giorni, alimentata da account molto seguiti e rilanciata dall’ex europarlamentare Francesca Donato. In un post su X, citando un vecchio articolo de Il Centro, Donato ha scritto: "Spunta un’altra verità: il bosco di Palmoli dove si trova il casolare della famiglia Trevallion fa parte di un’area oggetto di un progetto per la realizzazione di un parco eolico. Ovviamente, la presenza di residenti ostacola il piano".

Tra visualizzazioni e ricondivisioni, la voce è diventata virale, fino a essere ripresa anche dal Giornale d’Italia in un articolo pubblicato due giorni fa, contribuendo a trasformare una suggestione infondata in un presunto scenario alternativo.

Come stanno davvero le cose

La narrazione è oggettivamente affascinante: quella della romantica resistenza di un piccolo gruppo di cittadini ai tentacoli di una società interessata a impiantare pale eoliche e realizzare così un lauto profitto. Ma è davvero così che stanno le cose?

Questa ipotesi, sottolineano gli esperti, non ha alcun fondamento. Augusto De Sanctis, storico esponente del Forum H2O abruzzese, smonta senza mezzi termini la teoria: "Me l'hanno chiesto in molti. Voglio assicurarvi, occupandomi da anni dei progetti energetici del vastese, che il complotto eolico ordito dietro la vicenda dei bambini deve essere inserito d'obbligo nella top six delle stupidaggini del delirio generale che stiamo vivendo".

A entrare nel merito tecnico è Antonino Dolce, vicedirettore di Chiaro Quotidiano e giornalista che da anni segue da vicino i progetti energetici nella regione. "Di vero c’è essenzialmente una cosa: esiste un progetto eolico depositato al Ministero circa due anni fa e tra i Comuni coinvolti figura anche Palmoli, il paese in cui risiede la famiglia al centro dell’attenzione mediatica di questi giorni", spiega a Fanpage.it.

La pala eolica più vicina? A 3 Km dalla casa nel bosco

Ma la coincidenza finisce qui. Dolce, infatti, spiega che "gli impianti previsti sono molto distanti dall’abitazione: nel progetto citato, la pala eolica collocata nel territorio di Palmoli disterebbe circa otto chilometri dalla casa dei Trevallion-Birmingham; quella più vicina in termini assoluti, sul territorio di Tufillo, sarebbe costruita comunque a circa tre chilometri dalla casa". Dunque l'abitazione non costituirebbe un ostacolo fisico o normativo da rimuovere, sloggiando prima i suoi abitanti. "Trattandosi di distanze di quel tipo, l'edificio non potrebbe mettere in discussione il progetto in alcun modo".

Le localizzazioni delle 11 torri eoliche in progetto e la casa. Le pale più vicine sarebbero quelle di Tufillo, a circa 3 km. Quelle di Palmoli sono a 8 km. Fonte: Antonino Dolce per Chiaro Quotidiano
Le localizzazioni delle 11 torri eoliche in progetto e la casa. Le pale più vicine sarebbero quelle di Tufillo, a circa 3 km. Quelle di Palmoli sono a 8 km. Fonte: Antonino Dolce per Chiaro Quotidiano

Ma anche sull'effettiva concretezza del progetto, risalente al 2023, ci sono non pochi dubbi: "Il Ministero – spiega sempre Antonino Dolce – non pubblica tutte le comunicazioni, quindi non è possibile tracciare in modo completo il processo di realizzazione. Ciò detto, da molto tempo non emergono novità e, anche parlando con altri colleghi e con chi segue l’iter, riteniamo probabile che il progetto sia destinato all’archiviazione". Quelle pale eoliche, insomma, potrebbero non sorgere mai né a Palmoli né nei comuni vicini, e di certo comunque non al posto della casa della famiglia Trevallion-Birmingham.

Insomma, l'ipotesi secondo cui lo "sgombero" della famiglia sia motivato dalla necessità di realizzare una pala eolica è del tutto priva di fondamento. E anche la notizia secondo cui vi sarebbe stata una raccolta firme per "salvare" la casa nel bosco, rilanciata da Francesca Donato, non è come sembra.

"Nel territorio – spiega sempre Dolce – c’è stato un forte movimento contro l’eolico dopo la presentazione di diversi progetti. Molte delle famiglie trasferitesi qui dall'estero da qualche anno, spesso composte da laureati con qualifiche tecniche avanzate, sono sempre state molto attive nel presentare osservazioni e opposizioni. Conosco bene questa comunità: sono loro, paradossalmente più dei residenti storici, a voler difendere una scelta di vita legata alla natura. Una raccolta firme vera e propria c’è stata, ma riguardava un altro progetto, ancora più distante, e non è riconducibile direttamente alla famiglia oggi al centro della vicenda. È possibile che abbiano firmato anche loro, come tanti altri, ma non c’è alcun collegamento tra una pala eolica e la loro casa".

Il giornalista poi conclude: "Ci sono decine di famiglie che vivono in abitazioni isolate immerse nel verde. Se un’azienda dovesse considerare queste residenze come ostacoli, dovrebbe letteralmente ‘sfrattare' mezza collina. È una narrativa senza alcun fondamento. E tengo a precisare: ho sentito queste famiglie fino a ieri proprio per verificare se qualcuno avesse sollevato un conflitto diretto con un progetto eolico vicino all'abitazione dei Trevallion-Birmingham. Mai successo".

Insomma, alla luce delle distanze tra le ipotetiche pale eoliche e la casa nel bosco, dello stato del progetto e delle verifiche condotte sul territorio, non esiste alcun elemento che colleghi il provvedimento del Tribunale dei minori de L'Aquila alla realizzazione di un impianto eolico.

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