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L’ingegnere che a Milano seppelliva nel cortile di casa i rifiuti radioattivi

Per anni un ingegnere di origini austriache avrebbe interrato sotto casa sostanze tossiche invece di stoccarle come prevede la legge. E così che gli abitanti di una palazzina in via Soave hanno vissuto sopra una potenziale bomba radioattiva.
A cura di Susanna Picone
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Per anni un ingegnere di origini austriache avrebbe interrato sotto casa sostanze tossiche invece di stoccarle come prevede la legge. E così che gli abitanti di una palazzina in via Soave hanno vissuto sopra una potenziale bomba radioattiva.

Stando a quanto emerge da un’indagine del pm Tiziana Siciliano per 15 anni gli abitanti di un’elegante palazzina in via Soave 12 a Milano hanno vissuto, a loro insaputa, su una potenziale bomba radioattiva. Questo perché – lo racconta oggi Repubblica – a pochi metri da casa loro c’era un deposito abusivo di materiale radioattivo. Un deposito che sarebbe stato “creato” da un ingegnere di origini austriache titolare di una ditta che per anni ha lavorato con sostanze tossiche e che, invece di stoccarle come prevede la legge, le interrava nel cortile di casa. L’uomo, che oggi ha 86 anni, avrebbe seppellito tali sostanze per poi coprirle con delle assi in legno.

Le assi di legno e il cartello giallo accanto ai rifiuti – Repubblica scrive anche che l’ingegnere aveva ben pensato di apporre, nelle vicinanze della discarica abusiva milanese, un cartello triangolare giallo con la scritta, in mezzo a un teschio, “materiale radioattivo”. Quando i vigili del fuoco hanno scoperto quanto accaduto hanno dato il via alle operazioni di messa in sicurezza dell’area. Lo stesso ingegnere, che se riconosciuto colpevole rischia almeno dieci anni di carcere, avrebbe riconosciuto che alcuni fusti – seppelliti e non stoccati – erano effettivamente radioattivi.

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