Ivermectina, vitamina C e zinco: così un uomo ha tentato di curare il Covid, ora è in fin di vita
Un integratore di zinco, un altro di lattoferrina, poi della vitamina C, delle pillole di Brufen e l'immancabile ivermectina, il farmaco antiparassitario usato in campo veterinario per i cavalli. Era la "ricetta" anti Covid-19 trovata nella tasca di un uomo di 90 anni, ora ricoverato in gravi condizioni nell’unità semi-intensiva della Pneumologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Il caso è stato raccontato dal Gazzettino: i dottori del nosocomio trevigiano hanno trovato nella tasca dei pantaloni dell'anziano un bigliettino in cui si prescriveva una presunta terapia composta da integratori, sciroppo e la famosa ivermectina. Nel foglio inoltre vi erano i recapiti di un medico padovano specializzato in rimedi omeopatici. "È una cosa a dir poco vergognosa. Una terapia del genere non ha portato alcun beneficio al paziente contagiato dal Covid e, anzi, potrebbe creare problemi molto seri per la sua salute – ha dichiarato al quotidiano Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana – mi auguro davvero che nessun medico abbia dettato una terapia simile. Resta il fatto che purtroppo ci sono diversi casi di pseudo-dottori che per scongiurare il rischio di denunce e segnalazioni all’Ordine dei medici scelgono di non usare la carta intestata e di non timbrare e non firmare nulla. Almeno avessero il coraggio di portare avanti quel che dicono". Il novantenne, positivo al Covid, ora lotta tra la vita e la morte. "In quella terapia – continua Benazzi – era stato inserito di tutto; è stata fatta da incompetenti che sparano nel mucchio sperando che dentro ci sia anche qualcosa che prima o poi possa funzionare. Una buffonata".