Italia senza bimbi, per l’Istat è minimo storico: 10mila nascite in meno in un anno e 1,18 figli per donna

Italia sempre di più senza figli, a confermarlo sono i nuovi dati Istat su natalità e fecondità della popolazione residente che fanno segnare nuovi record negativi per il nostro Paese. Il report dell'Istituto nazionale di statistica, pubblicato oggi, segnala infatti quasi 10mila nascite in meno in un solo anno e il minimo storico per il numero medio di figli per donna che ha raggiunto ormai la quota di 1,18 a causa di un decremento sostanziale nelle regioni del sud che storicamente avevano più nascite.
Nel 2024 meno di 370mila nascite
In totale nel 2024, anno a cui si riferiscono gli ultimi dati, sono stati meno di 370mila le nascite nel nostro paese con un calo del 2,6% rispetto all'anno precedente quando si era registrato un indice di fecondità di 1,20 figli per donna. La situazione non è affatto confortante anche per l'anno in corso visto che, dai dati provvisori relativi al periodo gennaio-luglio del 2025, le nascite sono in un ulteriore decremento di 13mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024 pari un enorme calo del 6,3%. Se questi dati dovessero confermarsi anche nel prosieguo dell'anno, il numero medio di figli per donna raggiungerebbe un nuovo minimo storico di figli per donna pari a 1,13.
Si tratta di una situazione che va avanti da molti anni. Il calo delle nascite Italia, infatti, prosegue senza sosta dal 2008, quando si è registrato il numero massimo di nati vivi degli anni Duemila e il tasso di natalità era di 9,7 per mille abitanti mentre ora è sceso a 6,3 per mille residenti. Lo stesso decremento percentuale registrato nel 2024 è in linea con le variazioni registrate negli anni scorsi e con quella registrata nei primi mesi del 2025.
Al sud meno figli che nel resto d'Italia: -4,3%
Nel dettaglio, nel 2024 sono diminuiti sia i primi figli sia i figli successivi. I primogeniti sono pari a 181.487 unità, in calo del 2,7% rispetto al 2023. I secondi figli (133.869) diminuiscono invece del 2,9% mentre quelli di ordine successivo dell’1,5%.
Per quanto riguarda invece l'andamento territoriale delle nascite, la diminuzione dei primi figli riguarda tutte le aree del Paese ma con una riduzione che riguarda soprattutto le regioni del sud. Se a nord il calo è del 1,8% e per il Centro del 2%, nel Mezzogiorno è addirittura è del 4,3%. Anche la diminuzione dei figli di ordine successivo al primo interessa in misura maggiore il Mezzogiorno: -4,3% contro -1,7 del Centro e -1,4% del Nord (-2,5% la media Italia).
Secondo l'Istat, il calo delle nascite, oltre a dipendere dalla bassa propensione ad avere figli, "è causato dalla riduzione nel numero dei potenziali genitori, appartenenti alle sempre più esigue generazioni nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995″.
Aumentano i nuovi nati solo da coppie miste
L'Istituto statistica segnala che la diminuzione dei nati nel 2024 è quasi completamente attribuibile al calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani. Queste coppie infatti fanno segnare un calo del 3,3%, non compensato dalle nascite da coppie in cui almeno uno dei genitori è straniero che sono sostanzialmente stabili rispetto al 2023 soprattutto grazie all’aumento dei nati in coppia mista (+2,3%).
Nel 2025 ulteriore calo: record negativo per Abruzzo, la Sardegna e Umbria
La denatalità prosegue anche nel 2025 dove nei primi mesi si osserva un diminuzione maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente al Centro (-7,8%) seguito da Mezzogiorno (-7,2%) e Nord (-5,0%). Le regioni che hanno registrato il calo più intenso sono l’Abruzzo (-10,2%), la Sardegna (-10,1%), l’Umbria (-9,6%), il Lazio (-9,4%) e la Calabria (-8,4%). Le diminuzioni meno intense si sono osservate invece in Basilicata (-0,9%), nelle Marche e in Lombardia (rispettivamente -1,6% e -3,9%).
Per quanto riguarda i figli nati da coppie straniere, l’Emilia-Romagna si conferma tra le regioni con la più alta incidenza di nati stranieri rispetto al totale (21,9%), seguita dalla Liguria (21,3%). Tra le altre regioni del Nord quasi un nato su cinque è straniero: in Lombardia il 19,3%, seguono il Friuli-Venezia Giulia (18,5%), il Veneto (18,4%) e il Piemonte (17,9%). Al Centro la Toscana (17,5%), mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta, con un minimo in Sardegna del 4,1% e un massimo in Abruzzo del 10,1%.