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Insoddisfazione e stipendi bassi, più di un italiano su due vuole cambiare lavoro

Più di un italiano su due vuole cambiare lavoro. È quanto mette in evidenza l’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della transizione” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
A cura di Susanna Picone
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Più di un italiano su due desidera cambiare lavoro. È il quadro che emerge dall’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della transizione” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. E nella maggior parte dei casi (il 55% dei lavoratori) si desidera un nuovo impiego perché insoddisfatti di quello attuale. Il 15% del campione si è attivato per cercare un altro lavoro.

A pesare sulla decisione di voler cambiare c’è l’insoddisfazione (38,7%), la voglia di novità (35,4%), la necessità dovuta alla scadenza del contratto (9,8%) o alla paura di perdere il lavoro (11,8%). Salari bassi (31,9%) e scarse opportunità di carriera (40,9%) sono alla base dell’insoddisfazione. Dall’indagine emerge però che non è solo il miglioramento retributivo e professionale a spingere le persone a voler cambiare. Il 49% degli italiani, ad esempio, indica tra i requisiti irrinunciabili della nuova occupazione un maggiore equilibrio personale, livelli minori di stress e più tempo da dedicare a se stessi.

Probabilmente complice quanto abbiamo imparato dalla pandemia, a cercare il benessere ancor più del miglioramento economico sono soprattutto gli under 35 e 35-44enni. Anche lo smart working ha giocato un ruolo decisivo in tal senso. Se nel 2021 gli stessi lavoratori da casa fornivano un giudizio ambivalente, evidenziando le criticità connesse al lavoro da remoto, nel 2022 l’84,2% dei lavoratori agili promuove a pieni voti questo modello. Il 31,8% degli italiani non accetterebbe di tornare a lavorare in presenza, il 16,9% cambierebbe lavoro e il 9,3% potrebbe arrivare a licenziarsi.

Dopo gli stipendi troppo bassi (56,7%) e la tassazione elevata (43,9%), è la scarsa meritocrazia del sistema (33%) un’altra criticità. E anche l’agognato posto fisso non ha più l’appeal che aveva un tempo, visto che soltanto il 25% degli intervistati gli riconosce delle caratteristiche “irrinunciabili”.

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