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Indagati i carabinieri che hanno usato il taser sull’uomo che poi è morto: “L’hanno avvertito 3 volte”

I due carabinieri, che sabato sera a Olbia hanno bloccato il 57enne morto dopo essere stato colpito dai militari con il taser, sono indagati per omicidio colposo. Il loro avvocato: “Hanno svolto il loro lavoro in maniera proporzionata a tutela dell’incolumità della loro persona e dei cittadini”.
A cura di Giorgia Venturini
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Sono indagati due carabinieri per il 57enne morto dopo essere stato colpito dai militari con il taser. L'accusa ora nei confronti dei due carabinieri è di omicidio colposo. Sono infatti in corso tutti gli accertamenti, coordinati dalla Procura di Tempio Pausania, dei fatti avvenuti sabato notte a Olbia quando l'uomo è deceduto per arresto cardiaco in ambulanza dopo essere stato colpito con un taser. Nel registro degli indagati sono finiti il capo pattuglia e il militare che ha materialmente utilizzato l'arma a impulsi elettrici. Intanto si procederà con l'autopsia sul corpo della vittima. Ma cosa è successo quella sera?

Il 57enne Gianpaolo Demartis, originario di Bultei e residente tra Sassari e Olbia, era stato segnalato da alcuni passanti. Hanno spiegato che era stato visto aggirarsi per le vie in stato di forte agitazione facendo scattare la paura tra gli altri cittadini. Il primo a intervenire è stato un carabiniere che è stato colpito e ferito dal 57enne. Da qui l'intervento degli altri militari che per bloccare l'uomo hanno usato il taser. Una volta in ambulanza l'uomo è andato in arresto cardiaco.

Ora si procederà con gli accertamenti del caso: resta infatti da chiarire soprattutto se il taser abbia avuto un ruolo determinante nel decesso. Si sa al momento che l'uomo, come sostenuto dalla sua famiglia, era cardiopatico. Da capire quindi eventuali responsabilità dei carabinieri.

Ad assistere i due militari è l'avvocata del foro di Milano Maria Paola Marro, specializzata in diritto militare. Il legale precisa: "I miei assistiti sono profondamente dispiaciuti per quanto accaduto, ma hanno operato nel totale rispetto delle procedure e hanno svolto il loro lavoro in maniera proporzionata a tutela dell'incolumità della loro persona e dei cittadini".

Aggiungendo che: "L'uso del taser è stato fatto per evitare quello della pistola, in una situazione di escalation di violenza in cui il soggetto non rispondeva a nessun tipo di alt ed era incontenibile. Il capo scorta, ora indagato come atto dovuto, è stato aggredito e ferito al volto. Entrambi i militari hanno diversi anni di servizio alle spalle e sono esperti qualificati anche nell'uso del taser". Infine: "In totale serenità attendiamo l'esito dell'esame autoptico che si svolgerà giovedì prossimo e che accerterà le cause della morte. Siamo sereni e fiduciosi del lavoro della Procura".

Invece il Sic, il sindacato indipendente dei carabinieri, ha tenuto a sottolineare che il militare che ha utilizzato materialmente la pistola elettrica avrebbe avvertito Demartis per tre volte prima di agire. Avrebbe detto: "Calmati, stiamo per usare il taser". Il 57enne però non si sarebbe calmato.

Il segretario generale del Sic, Luigi Pettineo: "I due colleghi indagati hanno riposto fiducia nel nostro sindacato. Noi diamo garanzia di un avvocato proprio perché i fatti contestati si sono svolti durante il servizio. C'è la possibilità, che è quasi una certezza in questo caso, che venga attivata la tutela legale prevista dal recente pacchetto sicurezza varato dal governo Meloni. A noi risulta che i due uomini dell'Arma si sono attenuti alle procedure tecniche operative per quanto riguarda l'uso del taser".

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