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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Incidente sulla Funivia Stresa-Mottarone, soccorritore: “Corpi nel raggio di 30 metri, una strage”

Chi è intervenuto per fornire i primi soccorsi dopo l’incidente avvenuto sulla Funivia Stresa-Mottarone descrive scenari da guerra. “La cabina era completamente esplosa – racconta a Fanpage.it Matteo Gasperini, responsabile provinciale del soccorso alpino di Verbania -. Immagini agghiaccianti. Impossibile dormire dopo aver visto tutto questo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Matteo Gasperini è il responsabile provinciale del Soccorso alpino di Verbania. Opera come volontario da 25 anni, ma non ha mai visto immagini simili a quelle dell'incidente avvenuto sulla Funivia Stresa- Mottarone. "Una scena agghiacciante. Non siamo abituati a vedere cose del genere – spiega a Fanpage.it -. Come volontari operiamo spesso in incidenti che coinvolgono massimo tre persone. Quando ci hanno chiamato ci avevano parlato di almeno 6 passeggeri in una cabina. Credevamo di trovarli nella struttura crollata, invece quando siamo arrivati abbiamo trovato corpi sparsi sul raggio di 30 metri. La cabina era completamente esplosa".

La rottura del cavo e il freno d'emergenza

Sono quattordici le vittime dell'incidente: a causa della rottura di un cavo portante, la cabina è scivolata all'indietro prendendo velocità e schiantandosi contro gli alberi a valle dopo un volo di 15 metri. La tragedia sarebbe stata evitata se il freno di emergenza avesse funzionato. La magistratura indagherà ora sui malfunzionamenti e sui rapporti redatti dopo i controlli effettuati sulla struttura. L'ultimo era stato proprio nel 2020. "L'unico incidente che si è mai verificato su questa funivia è avvenuto nel 2001 a causa di un blackout. Tutto però si era concluso nel migliore dei modi. Questa volta invece abbiamo assistito a scene da guerra: mi sono trovato davanti agli occhi un'ecatombe".

Le parole del soccorritore dopo la tragedia

"Sarà offerto sostegno psicologico ai familiari e ai volontari – spiega ancora Gasperini –  Cerchiamo di rimettere insieme i pezzi, ma non possiamo farlo da soli. Alcuni psicologi interni al Soccorso Alpino sono già all'opera per fornire un aiuto concreto a chi è intervenuto sul posto nella giornata di ieri. Io per esempio mi sento profondamente segnato: questa notte non sono riuscito a dormire. Per noi è stato un vero trauma: non ci si abitua mai a recuperare anche un solo corpo, figurarsi cosa vuol dire soccorrere quattordici persone. Sono intervenute anche squadre di intervento di altre stazioni, ma un altro incidente ha richiesto l'intervento di parte del personale. Per noi è stata dura e sarà dura nei prossimi giorni. Oggi abbiamo incontrato il ministro delle Infrastrutture per un punto della situazione. Questo avvenimento segnerà profondamente tutti noi per molto tempo. Siamo sconvolti: la funivia era stata rimessa a nuovo nel 2016″.

Il corpo del bambino tra le macerie

"Mi ha impressionato il bambino: non lo dimenticherò mai. Era sotto il corpo di un giovane che ancora respirava. Sotto di lui altre tre, tutti morti. Un'immagine tremenda" racconta Cristiano L'Atrella, caposquadra del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Stresa. In 27 anni di volontariato, dice, non ha mai visto nulla di simile. "Mentre andavamo ho sperato in un errore o che non ci fosse nessuno nella cabina. Una volta arrivati sul luogo del disastro siamo andati verso la cabina. Ho subito chiesto di tagliare le lamiere per recuperare i corpi. Sul sentiero abbiamo trovato altre due persone già morte. All'interno della struttura c'erano cinque persone, ammassate una sull'altra. Solo una respirava, ma nonostante i soccorsi non ce l'ha fatta. Il bimbo era sotto di lui, aveva gli occhi chiusi. Indescrivibile".

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