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Incidente a Tirana, professore dell’Università dell’Aquila detenuto da mesi in Albania: “Misura sproporzionata”

Michele D’Angelo, docente 44enne della facoltà di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, è detenuto da quasi due mesi nel carcere di Fier, in Albania, dopo un incidente stradale avvenuto a Tirana.
A cura di Davide Falcioni
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Sono settimane di apprensione in Abruzzo per le sorti di Michele D'Angelo, docente 44enne della facoltà di Biotecnologie dell'Università dell'Aquila detenuto da quasi due mesi nel carcere di Fier, in Albania. La conferma della delicata situazione è arrivata direttamente dal rettore dell'ateneo aquilano, Fabio Graziosi.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 8 agosto, quando nei pressi di Tirana si è verificato un incidente stradale che ha cambiato radicalmente la vita del professore. Secondo le ricostruzioni l'uomo, alla guida di una Lancia Ypsilon, sarebbe stato centrato da un altro veicolo al cui volante c'era un albanese. Il docente, peraltro, stava viaggiando a non oltre 40 chilometri orari, mentre l'altra vettura procedeva a velocità più elevata. Nonostante questo, D'Angelo è stato accusato di violazione delle norme sulla circolazione e di abbandono di veicolo, poiché si sarebbe allontanato dall'auto subito dopo l'impatto. Un comportamento che i suoi difensori considerano un gesto istintivo e non un tentativo di fuga. Da quel momento il docente, volto noto nella comunità accademica, è rinchiuso in carcere in attesa di giudizio.

Di fronte a quella che viene considerata una misura sproporzionata, si è attivata una rete di sostegno che coinvolge diversi livelli istituzionali. Il deputato Luciano D'Alfonso è stato il primo a stabilire un contatto diretto con le autorità albanesi, presentando l'11 settembre un'interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri. L'obiettivo è "sollecitare la massima cooperazione con le autorità albanesi e chiarire la dinamica dell'incidente", oltre a ottenere il rientro del docente in Italia. Anche il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ha coinvolto il governo nazionale nella vicenda, mentre l'ateneo aquilano si è mobilitato su più fronti per sostenere il proprio docente.

Chi conosce Michele D'Angelo lo descrive come "una persona con una condotta sempre esemplare nella sua vita", caratteristiche che rendono ancora più incomprensibile la situazione attuale. Il docente, figura di spicco nella comunità accademica, si sarebbe immediatamente messo a disposizione delle autorità albanesi fornendo la propria testimonianza sui fatti.

La direttrice del dipartimento di Medicina clinica, Annamaria Cimini, si è pubblicamente appellata alle autorità "affinché si impegnino per riportare il docente a casa". Sulla stessa posizione si trova il professor Edoardo Alesse, rettore uscente dell'UnivAq, che sta seguendo personalmente tutti i passaggi di questa complessa vicenda.

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