In Italia si fanno sempre meno figli: 15mila nati in meno nel 2011

Secondo gli ultimi dati dell’Istat relativi al report “Natalità” emerge un Paese, l’Italia, che procede su una strada inaugurata già da qualche anno. È un’Italia che continua a invecchiare, dove va sottolineato il calo delle nascite negli ultimi anni. In particolare, secondo i dati Istat sulla popolazione residente, sono stati 546.607 gli iscritti in anagrafe per nascita nel 2011 e cioè circa 15mila in meno rispetto all’anno precedente. Molti i bambini che nascono da almeno un genitore non italiano ma, per quanto riguarda i dati del 2011, anche questa tendenza che in precedenza aveva sostenuto la ripresa della natalità in Italia, ora tende a diminuire. Anche da coppie con almeno uno straniero, infatti, sono nati nell’ultimo anno circa 2mila bambini in meno rispetto alla tendenza del 2010. Sono in aumento, invece, i bambini nati da entrambi i genitori stranieri, anche se in misura più contenuta rispetto alla tendenza degli anni precedenti (nel 2011 ammontano a 79mila).
Mamme in età sempre più avanzata – Considerando la composizione per cittadinanza delle madri straniere ai primi posti ci sono quelle rumene (18.484 nati nel 2011), seguite dalle marocchine, le albanesi e infine le cinesi. Inoltre, nel report si legge quanto in Italia le mamme siano sempre più “anziane”: quasi il 7% dei nati nel 2011, infatti, ha una madre di almeno 40 anni mentre prosegue la diminuzione dei bambini nati da madri che ancora non hanno compiuto 25 anni (solo il 10.9% del totale). Un dato che va sottolineato ancor più per le madri italiane: la proporzione di nascite da madri con meno di 25 anni e con più di 40 si equivale ed è pari all’8%. Un valore che resta in linea con il 2010 è quello relativo ai bambini nati da genitori che non sono sposati: sono circa 134mila quelli partoriti nel corso dello 2011. Per quanto riguarda la distribuzione geografica di questi dati l’Istat fa sapere che al centro nord, in particolare, i nati da coppie non coniugate sono il 30% e si supera questa quota in diverse aree: nella provincia di Bolzano la percentuale è del 47%.