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Covid 19

In Italia 181 medici morti di Covid, ma chi ha protestato contro la mancanza di Dpi è stato punito

Centottantuno medici sono morti di coronavirus dall’inizio dell’emergenza sanitaria, eppure tra quelli in attività molti sono stati puniti per aver dichiarato le inefficienze del sistema sanitario, in particolar modo la mancanza di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. Una lettera inviata al Ministro Speranza chiede la loro riabilitazione.
A cura di Davide Falcioni
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Centottantuno medici sono morti di coronavirus dall'inizio dell'emergenza sanitaria. A tenere il tragico conteggio, che viene aggiornato purtroppo con cadenza quasi quotidiana, è la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri, che ha dato un nome e un cognome a tutti quegli "eroi" in prima linea da mesi ma troppo spesso dimenticati, se non puniti per aver avuto l'ardire di protestare per la mancanza di dispositivi di protezione individuale. Per questo medici, moderatori e referenti del gruppo Facebook “Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici”, che attualmente conta quasi 100mila iscritti, hanno inviato una lettera al Ministero della Salute per chiedere il ritiro dei provvedimenti disciplinari già attuati, l’abolizione degli stessi ed il reintegro dei medici ed infermieri licenziati.

Tra i medici colpiti dalle sanzioni c'è, come ricorda Il Manifesto, la dottoressa Francesca Perri, dirigente medico dell’azienda Ares 118 del Lazio in servizio a Roma e sindacalista Anaao. In un'intervista rilasciata a Il Tempo il 6 aprile aveva raccontato che stavano cominciando a scarseggiare i guanti, "ci sanificavamo da soli le ambulanze e non ci facevano i tamponi, un tema su cui l’Anaao ha fatto una campagna nazionale. Il rischio è che da curatore diventi untore". Meno di tre settimane dopo Perri è stata raggiunta da un provvedimento disciplinare e accusata di aver diffamato l'immagine dell'azienda sanitaria, quindi costretta a presentare delle memorie difensive redatte con un avvocato e infine – lo scorso 23 settembre – sanzionata con un mese di sospensione dal lavoro senza stipendio a partire dal primo novembre, con il paradosso che nel pieno della seconda ondata una valida dottoressa nn potrà dare il suo contributo solo per aver osato esprimere un'opinione.

L'appello al ministro: "Si riabilitino i medici sospesi e licenziati"

Di storie come quella di Francesca Perri ce ne sono decine ed è per la riabilitazione totale di questi medici che il dottor Paolo Mezzana, uno dei moderatori della pagina "Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici", ha scritto al ministro della Salute:

Siamo i moderatori del gruppo Facebook “Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici”, che ad oggi conta oltre 99mila medici in Italia e all’estero.

Fin dallo scorso febbraio quando la drammatica, intensa e convulsa emergenza sanitaria del COVID-19 ha investito direttamente il nostro Paese, lo scopo della nostra comunità virtuale è di condividere informazioni di carattere medico-scientifico sulle peculiarità del virus SARS-CoV-2, sulla diagnosi della malattia che ne deriva, COVID-19, e sui possibili trattamenti farmacologici. Avere un confronto serrato e continuo delle esperienze acquisite dai vari membri direttamente sul campo e condividere articoli scientifici pubblicati nella letteratura internazionale, sono elementi alla base della crescita formativa del gruppo.

Ci rivolgiamo ancora una volta a Lei per segnalarle che si sono verificati alcuni incresciosi episodi a carico di medici ad altre figure sanitarie, colpite da provvedimenti disciplinari dalle aziende sanitarie presso cui lavorano, per aver evidenziato e denunciato su riviste giornalistiche le carenze organizzative sui luoghi di lavoro e la mancanza di dispositivi di protezione individuale. Ci sono giunte, inoltre, segnalazioni di sanitari minacciati di provvedimenti disciplinari a seguito di diffusione di printscreen da gruppi Facebook privati e dedicati al COVID-19, come il nostro, o da Whatsapp.

Da un post a tema lanciato sul nostro gruppo Facebook si è evinto che in alcuni casi la minaccia di questi provvedimenti è stata finanche causa di dimissioni da parte dei medici interessati.

Questi provvedimenti frequenti e diffusi nelle varie aziende sanitarie italiane, sia pubbliche che private, appaiono, a nostro avviso, come un abusivo esercizio del potere disciplinare, nei confronti del personale sanitario che si è sempre impegnato in prima linea per la vita del singolo cittadino a rischio della propria.

Al burn-out derivante dalla gestione in prima linea dell’attuale emergenza sanitaria, dunque, per i medici e il personale sanitario tutto si aggiunge lo stress legato ai provvedimenti disciplinari subiti dalle aziende sanitarie.

Le chiediamo, pertanto, di intervenire, anche retroattivamente, a favore della tutela di tutto il personale sanitario colpito da provvedimenti disciplinari incongrui da parte delle varie aziende sanitarie, che possono inficiare la serenità lavorativa già gravemente compromessa dall’epidemia stessa.

Esprimendo la nostra fiducia, certi di poter contare sul Suo appoggio, La salutiamo cordialmente.

I moderatori del gruppo Facebook “Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID-19 gruppo per soli medici”

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