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Il vicario del vescovo di Macerata: “Pedofilia grave, ma aborto più grave. Mogli siano sottomesse”

“L’aborto è il più grande degli scempi. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?”. A chiederlo, durante un’omelia, don Andrea Leonesi, parroco della chiesa dell’Immacolata di Macerata e vicario del vescovo.
A cura di Davide Falcioni
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"L’aborto è il più grande degli scempi. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?". È la domanda lanciata provocatoriamente da don Andrea Leonesi, parroco della chiesa dell'Immacolata di Macerata e vicario del vescovo della città marchigiana, in occasione dell'omelia durante la messa dello scorso 27 ottobre.

Don Andrea Leonesi: "È più grave un aborto o un atto di pedofilia?"

Leonesi ha elogiato la Polonia, paese in cui nelle scorse settimane la Corte Costituzionale ha stabilito che l'interruzione di gravidanza in caso di gravi malformazioni del feto è incostituzionale  e in cui l’aborto sarà consentita solo in caso di stupro, incesto o se la salute della madre è a rischio. "In questi giorni – ha detto il vicario del vescovo – ci ha colpito la scelta che ha fatto la Polonia, sono arrivati a fare una legge per cui anche il feto malformato non si può abortire. Oggi una cosa simile provate a dirla in Italia. È pure vero che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione: la rinascita della Chiesa sarebbe iniziata dalla Polonia. Perché, guardate fratelli possiamo dire tutto, ma l’aborto è il più grande degli scempi. Mi verrebbe da dire una cosa ma poi scandalizzo mezzo mondo. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Scusate, il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità. Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?".

Don Andrea Leonesi: "Le mogli siano sottomesse ai mariti"

Dopo aver criticato le femministe – colpevoli per il sacerdote di rivendicare la libertà di decidere sul loro corpo – don Andrea Leonesi ha ricordato come nei matrimoni le mogli debbano essere sottomesse ai mariti. "Le mogli siano sottomesse ai mariti – ha ricordato nel corso dell'omelia il religioso -. Avete sentito che cosa dice qua? Vi è scivolato addosso, meglio. Fumatevi qualcosa prima di venire a messa così pensate ad altro e non state attenti a queste parole. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al signore. Il marito infatti è capo della moglie come Cristo è capo della chiesa". E poco dopo il parroco ha ironizzato: "Se mi fossi potuto sposare avrei preferito fare la moglie, almeno avrei dovuto essere sottomessa e basta. Ma fare il marito, amare la moglie dopo 10 o 20 anni, dare la vita per lei, come Cristo ha amato la chiesa mi sembra un po' più più difficile".

Sinistra Italiana: "Lottiamo per la piena attuazione della legge 194"

Le parole pronunciate da don Andrea Leonesi non sono passate inosservate ed hanno comprensibilmente scatenato un polverone: "Si strizza l’occhio alla Polonia per la recente legge che limita il diritto all’interruzione di gravidanza e che ha portato molte donne e molti uomini a scendere in piazza in segno di protesta – commentano Michele Verolo e Serena Cavalletti, coordinatori di Sinistra Italiana Macerata – L’aborto non è un gioco né uno scherzo, è tutela della libertà di scelta e della salute delle donne che, in una situazione come quella polacca, non smetteranno certo di abortire, ma saranno costrette a farlo in maniera illegale, senza il rispetto di alcuna norma igienica e senza alcun tipo di controllo sanitario. Se c’è una battaglia che va combattuta in Italia, è quella per arrivare ad una piena attuazione della legge 194, non alla sua limitazione".

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