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Il prete che ha celebrato la messa per Riina: “Chiesa è contro la mafia ma ultimo giudizio è divino”

Dopo la messa in memoria di Gaetano Riina documentata da Fanpage.it e la risposta decisa del Vescovo, il parroco che ha celebrato il rito spiega a Fanpage.it: “Il giudizio dell’anima non spetta a nessuno se non a Dio”.
A cura di Roberto Marrone
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Continua la vicenda documentata da Fanpage.it legata alla messa per Gaetano Riina, fratello del boss di “Cosa Nostra” Totò. Riina, deceduto giovedì scorso 22 febbraio a Mazara del Vallo dopo una lunga malattia, era posto agli arresti domiciliari e avrebbe dovuto finire di scontare la sua pena il prossimo maggio 2024.

A seguito del decesso, il Questore di Trapani, per motivi di ordine pubblico, aveva disposto che non si facesse alcun funerale, ma solamente una veloce benedizione e la conseguente tumulazione privata all’interno del cimitero di Mazara del Vallo, dove difatti hanno partecipato solo la moglie e la figlia di Gaetano Riina.

La messa per Gaetano Riina

La scorsa domenica 25 febbraio Fanpage.it però ha potuto documentare che all’interno della chiesa del cimitero mazarese, il cappellano don Nicola Misuraca, ha celebrato una messa funebre in ricordo proprio di Gaetano Riina alla presenza di amici e familiari del defunto. “Oggi siamo qui anche per il nostro amatissimo fratello Gaetano. Non avendo potuto fare il funerale, preghiamo per lui perché noi siamo e dobbiamo essere una chiesa che ascolta e asciuga ogni lacrima, una chiesa con la quale condividiamo gioie e dolori". Don Misuraca ha iniziato la celebrazione proprio con queste parole.

La versione del sacerdote

Lo stesso sacerdote ha però voluto rilasciare alcune dichiarazioni a Fanpage.it. “Ci tengo profondamente a raccontare per bene come sono andati i fatti in merito a questa vicenda – dice don Misuraca – che ha assunto una brutta piega e soprattutto ha fatto passare il messaggio che io abbia fatto qualcosa di illegale. Partendo dal principio, proprio lo scorso giovedì sono stato chiamato d’urgenza per impartire l’estrema unzione al Riina che era in agonia. L’indomani invece, il venerdì, sono stato chiamato di sera dal direttore del cimitero per benedire la salma, che nel frattempo doveva essere tumulata privatamente per ordine del Questore che ha concesso quindi solamente un rito funebre e non un funerale. Decisione che io non condivido ma accetto e soprattutto rispetto”.

In merito alla messa di domenica Don Nicola Misuraca specifica che, secondo lui, non è stato un problema celebrarla perché “nessun funerale è stato fatto ma una messa con rito funebre, che non va contro l’ordine della Questura, e soprattutto che io faccio per tutti i defunti; non è stata fatta solo per Riina che personalmente neanche conoscevo. Nel momento in cui quotidianamente arrivano dei feretri al cimitero, io intercetto la famiglia e faccio presente che la domenica successiva pregherò per l’anima del defunto e invito la famiglia a venire a messa. La stessa cosa è stata fatta con Riina. Nelle messe delle 09.30 e delle 10.30 ad essere ricordati sono stati altri defunti, alle 11.30 è toccato a lui".

Don Misuraca poi aggiunge: "Rispetto agli altri, la celebrazione di Riina ha assunto, ovviamente, una piega diversa perché lui non ha avuto un funerale e quindi la messa è stata colta anche da famiglia e amici, per poter dare al defunto un ultimo saluto e potergli dedicare un momento di preghiera. La Questura non voleva si facesse un funerale e questo non è stato fatto, la mia era una messa domenicale dove però abbiamo pregato per lui.”

Don Nicola Misuraca, se da una parte spiega l'origine della messa in ricordo di Riina, dall’altra resta invece fermo sulle parole pronunciate durante la sua omelia in ricordo del defunto dove specificava che “il giudizio dell’anima non spetta a nessuno se non a Dio. Ecco perché la nostra preghiera deve essere rivolta a tutti e nessuno può giudicare. E aggiungo che se io commetto un furto ma ho fatto tante opere di bene, Dio su quelle mi giudicherà e non sull’unico gesto brutto che ho commesso nella mia vita”.

La nota del Vescovo dopo la celebrazione della messa

Altrettanto fermo però è il pensiero del vescovo della Diocesi Mons. Angelo Giurdanella che, a seguito della vicenda, è intervenuto annunciando di valutare dei provvedimenti disciplinari per il presbitero. Il Vescovo si è poi soffermato sul fatto che “l’associazione mafiosa è inconciliabile con il Vangelo e con la fede della Chiesa, tutti coloro che ne fanno parte si autoescludono, direttamente o indirettamente, dalla comunità ecclesiale.”

"Sulla lettera del vescovo – dice don Nicola – non ho nulla da dire, la condivido. Ovviamente la chiesa è contro qualsiasi mafia, ma ancora una volta voglio ricordare che l'ultimo giudizio non è il nostro ma quello divino".

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