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Covid 19

Il piano del governo per arrivare a somministrare 430mila vaccini Covid al giorno entro fine aprile

Dal 22 al 29 aprile il Commissario straordinario Figliuolo dovrebbe essere in grado di portare il target quotidiano intorno alle 430mila dosi di vaccino Covid somministrate, ritoccando al rialzo le aliquote regionali. Tutto dipende dalle dosi che arriveranno nel nostro Paese e dalla decisione di Ema, attesa per domani, su Johnson&Johnson. Ma il Commissario al mercato interno, Thierry Breton, ha rassicurato: “L’Italia riceverà nei prossimi tre mesi dalla Ue 54 milioni di vaccini: entro luglio vaccinato il 70% degli adulti”.
A cura di Ida Artiaco
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L'obiettivo del governo e del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo era di raggiungere per metà aprile l'obiettivo di 500mila dosi di vaccino Covid somministrate al giorno. Tuttavia, a causa dei ritardi nelle consegne da parte delle case farmaceutiche e dei pronunciamenti delle agenzie regolatorie Usa e Ue rispettivamente sui sieri realizzati da Johnson&Johnson e AstraZeneca, si è dovuti correre ai ripari e rimodellare l'intero piano vaccinale per proteggere quante più persone è possibile. Così dal 22 al 29 aprile lo stesso Commissario dovrebbe essere in grado di portare il target quotidiano intorno alle 430mila dosi, ritoccando al rialzo le aliquote regionali. Ad oggi nel nostro Paese sono state distribuite 15.243.980 dosi e 4.468.690 persone hanno completato il ciclo vaccinale. La macchina, dunque, procede a passo spedito e potrebbe fare addirittura meglio, ma senza la materia prima, cioè i vaccini, risulta difficile fare programmi a lungo termine.

Sulla carta nei prossimi giorni il target dei 430mila vaccini quotidiani dovrebbe poter essere raggiunto sulla base delle dosi in arrivo. Ad aprile sono stati inviati all'Italia 3,8 milioni di vaccini, che, insieme agli stock di fine marzo, hanno consentito l'accelerazione con il record di 360.434 dosi inoculate il 16 aprile. Entro fine mese dovrebbero altre 6 milioni di dosi, di cui 3 milioni da Pfizer, 400mila da Moderna, 320mila da Johnson&Johnson e 2,2 milioni da AstraZeneca. Ma su queste ultime due, senza le quali raggiungere l'obiettivo si complica, c'è un grosso punto interrogativo. Nel primo caso, dopo lo stop temporaneo alla somministrazione da parte delle autorità sanitarie Usa in seguito alla segnalazione di casi di trombosi, è attesa per domani la decisione di Ema, in seguito alla quale gli Stati membri potrebbero anche decidere di limitarne l'uso agli over 60, come già è successo con AstraZeneca. Quest'ultima finora ha consegnato poco, appena 184mila antidoti ad aprile, e proprio per questo la Commissione europea sta pensando di non rinnovarle il contratto in scadenza il 30 giugno. "Ci hanno dato solo il 30 per cento delle dosi preventivate", osserva il Commissario al mercato interno, Thierry Breton. Il quale, intervenendo a Che Tempo che fa su Rai 3 ieri sera, ha però rassicurato che "l'Italia riceverà nei prossimi tre mesi dalla Ue 54 milioni di vaccini dei quattro finora approvati, cioè tre volte di più di quelli ricevuti finora. Ciò permetterà di arrivare a vaccinare il 70 per cento degli adulti entro luglio".

Anche la ministra Maria Stella Gelmini ha affermato che di questo passo avremo l'immunità di gregge ad agosto, un mese prima del previsto. Tuttavia, accanto alla mancanza di dosi, c'è un altro problema. Le regioni devono cercare di non superare i target perché rischiano di rimanere senza scorte nei frigoriferi che potrebbero servire per spegnere eventuali focolai locali e per i richiami. Il che potrebbe comportare un ulteriore rallentamento dell'intera campagna di vaccinazione che il Paese non si può permettere.

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