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Il papà riprende a studiare e si laurea “al posto” del figlio, ucciso a 11 anni da un coetaneo

Flavio avrebbe sicuramente studiato se un proiettile, sparato per sbaglio da un amico, non lo avesse ucciso a 11 anni a Villafranca d’Asti. Suo padre Pierluigi Rossi a 60 anni si è laureato in Giurisprudenza “al posto” del figlio scomparso che ora avrebbe quasi ventitré anni. “Flavio, per sempre luce nella nostra vita”, la dedica sulla prima pagina della tesi.
A cura di Susanna Picone
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Flavio Rossi aveva appena undici anni quando il 2 luglio del 2007 fu ucciso a Villafranca d'Asti, nella provincia di Asti, da un amico suo coetaneo con un colpo di fucile partito inavvertitamente mentre giocavano. Da quel giorno i genitori, straziati dal dolore, hanno intrapreso una serie di attività per ricordare il figlio scomparso. E di recente il papà di quel bambino che oggi avrebbe avuto ventitré anni si è laureato in Giurisprudenza proprio per onorare la memoria del figlio. Pierluigi Rossi è un impiegato alle Poste di sessanta anni. “A Flavio, per sempre nella nostra vita”, recita la dedica sulla prima pagina della tesi intitolata “La prova scientifica tra perizia e  prova atipica”. La storia di Pierluigi e di sua moglie Anna è stata raccontata da La Stampa. Secondo i genitori Flavio avrebbe studiato, “diceva di voler frequentare il liceo scientifico di Asti”, così loro dal giorno della sua scomparsa hanno continuato a seguire gli studi del figlio come se lui fosse ancora in classe.

Le borse di studio e l'Università al posto del figlio – Nelle scuole che lui avrebbe frequentato hanno dedicato borse di studio per i ragazzi nati nello stesso anno del figlio e una volta arrivati all'anno in cui il ragazzo avrebbe dovuto cominciare l’università è stato papà Pierluigi a mettersi in gioco. “È vero che ero io a sostenere gli esami, ma la laurea non è solo mia, l’abbiamo conseguita in tre: io, Anna e Flavio”, ha dichiarato Pierluigi. Sostenuto dalla moglie, l’uomo si è iscritto nel 2013 all’Università Unitelma-Sapienza di Roma. Non studiava più da anni, ma ha scelto di riprendere anche per capire meglio il mondo giudiziario conosciuto durante gli anni di processo per la morte del figlio (i genitori del bambino che ha aperto il fuoco, proprietari del fucile, sono stati condannati e la famiglia della vittima è stata risarcita e ha usato i soldi per i bambini di Asti e Madagascar). E alla fine il sessantenne è riuscito a laurearsi “al posto” del ragazzo scomparso ottenendo anche un bel 110 e lode. “Immaginiamo Flavio che da lassù ci sorride fiero, con quella ‘luce' che lui ha lasciato nei nostri cuori e che ci ha permesso di trasformare il dolore in forza per andare avanti”, ha detto ancora il papà neo-dottore.

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